C'era tanto tempo fa un bambino che si divertiva a ri-solvere cruciverba, tuttavia essendo ancora troppo piccolo, non li risolveva nel modo in cui tutti siamo abituati a risolverli, ma li risolveva, diciamo, a modo suo. Questo modo suo consisteva nello scrivere parole a caso lunghe abbastanza da riempire i vari spazi, senza seguire nessun criterio, né tanto meno leggere le definizioni. Così era solito fare, ed era solito guardare anche con curiosità il guazzabuglio senza senso di lettere che si formava al posto della parola chiave.
Ma un giorno questo bambino, dopo aver risolto a modo suo l'ennesimo cruciverba, si accorse che la parola chiave formata alcentro non era affatto strampalata come al solito, anche se lui di quella parola non ne conosceva il significato.
Per accertarsi del significato di quella parola chiese aiuto al padre ed alla madre, ma entrambi non la avevano mai sentita, così andò a chiedere all’anziano del villaggio, che era anche il più saggio di tutti gli abitanti. Il vecchio saggio dava sempre risposte incerte e misteriose, si diceva che lui sapesse tutto ciò che la gente gli chiedeva, ma che si divertisse a dare alle domande più complicate solo risposte ambivalenti e difficili da capire.
Quando il ragazzo gli chiese il significato di quella parola il saggio aprì gli occhi con stupore e borbottò:
"A...a...albero"
e il ragazzo rispose
"Sì albero, le dice qualcosa?"
L'uomo, ancora sorpreso gli indicò la montagna Yaku, la montagna sacra del villaggio dedicata al dio protet-tore di quel paese, Crono.
Il ragazzo era confuso, così tornò a casa con la testa un po' scombussolata e pieno di pensieri. Aveva in mente un sacco di domande senza risposta, così il giorno dopo, senza indugio, andò nella direzione del monte con il foglio fra le mani.
Camminò tanto, ma ne valse la pena perché vide tutte le meraviglie del monte Yaku, tuttavia il suo obiettivo rimaneva scoprire il significato nascosto della parola misteriosa.
Non sapeva come associare alla parola albero il monte, ma senza farsi troppe domande ne raggiunse la vetta, che per fortuna non era troppo alta, e arrivato lassù vide una caverna, ma non la esplorò subito, perché prima la sua attenzione fu rapita completamente dal bellissimo panorama.
Quando rigirò lo sguardo vide provenire da dentro la caverna un raggio di luce e sentì una lieve voce rassicurante che sussurrava:
"Mi hai trovata, complimenti! ora entra nella caverna, non preoccuparti!"
Il bambino era spaventato e meravigliato allo stesso tempo.
Entrò nella caverna lucente e si trovò di fronte ad un bivio, la voce lo guidò per tutto il tragitto fino ad una larga stanza scavata nella roccia, che aveva al suo interno un rialzamento di pietra sopra il quale era posto un seme. Il bambino chiese alla voce:
"Questo è un albero?"
la voce rispose
"Non proprio"
allora il bambino agitato sbottò
"Per favore! Dimmi cos'è un albero!"
E la voce ridacchiando soggiunse
"Sei proprio curioso! ma se ci tieni tanto a sa-perlo allora prendi quel seme, portalo a casacon te e sotterralo. Domani, al suo posto, troverai la risposta alla tua domanda"
allorché il bambino rispose pensieroso
"Uhm, allora è un cucciolo di albero... "
"Non lo so"
rispose lei. Arrivato a casa il bambino fece ciò che la voce gli aveva ordinato.
Il giorno dopo al posto del seme comparve un alto vegetale marrone e verde.
"Allora sono questi gli alberi!"
esclamò felice il bambino. Il vecchio saggio da lontano sorrise ed annuì.
Leone Gentini