Il primo settembre si celebra la 15ma Giornata per la custodia del creato.
Il nostro pianeta è malato e, anche per la pandemia, tocchiamo con mano la nostra fragilità. I cristiani di tutto il mondo sono chiamati dalla fede in Cristo a guardare avanti per collaborare con il progetto di Dio di un'umanità fraterna e in armonia con la natura.
E' importante - scrivono i vescovi italiani nel messaggio per la Giornata - "guardare al nostro rapporto con l’ambiente; 'tutto è connesso' e la pandemia è anche il segnale di un mondo malato".
E' necessario un cambiamento per essere "custodi del creato" e non padroni (per un "eccesso antropologico abbiamo rovinato, distrutto, inquinato, quell'armonia di viventi in cui siamo inseriti"). Occorrono nuovi stili di vita: "vivere in questo mondo con sobrietà, con giustizia e con pietà", come ricorda san Paolo.
Dopo aver espresso vicinanza e gratitudine a quanti hanno sofferto e lavorato nel tempo della pandemia, i vescovi aggiungono: "Cominciamo con l’assumere uno sguardo contemplativo, che crea una coscienza attenta, e non superficiale, della complessità in cui siamo e ci rende capaci di penetrare la realtà nella sua profondità. Da esso nasce una nuova consapevolezza di noi stessi, del mondo e della vita sociale e, di conseguenza, si impone la necessità di stili di vita rinnovati, sia quanto alle relazioni tra noi, che nel nostro rapporto con l’ambiente".
L'enciclica "Laudato sì'" (2015) di papa Francesco, con la proposta dell'ecologia integrale, richiede una riflessione nelle diocesi, nelle parrocchie, nelle associazioni e nei movimenti, un approfondimento con l’aiuto di varie competenze delle indicazioni teologiche, ecclesiologiche, pastorali, spirituali, pedagogiche. "L’enciclica attende una ricezione corale per divenire vita".
"Da questa enciclica - si legge nel Messaggio - nasce l’invito ad un cambiamento di paradigma per cui la sostenibilità ambientale giova alla sostenibilità economica e questo è un bene condiviso anche in campo ecumenico per abbattere ogni barriera che impedisce un giusto rapporto tra le persone e con la casa comune".
Anche all'Elba si risponderà a questo invito, soprattutto nel periodo che dal 1° settembre va al 4 ottobre (festa di San Francesco d'Assisi), un periodo chiamato Tempo del Creato che vede coinvolte tutte le Chiese Cristiane.
A Rio Marina, sabato 19 settembre, presso la Chiesa Valdese si terrà una preghiera ecumenica organizzata da cattolici e valdesi. Nelle parrocchie, come quella di San Giuseppe a Portoferraio, alle Messe delle cinque domeniche del Tempo del Creato verranno introdotti i temi della Laudato sì.
Il messaggio dei vescovi è primariamente rivolto ai cattolici e alle comunità, ma è certo che può offrire occasioni di riflessione a tutti e anche alle istituzioni. Particolarmente in questa direzione: "In che misura le nostre comunità sono sensibili a queste necessità impellenti per evitare il peggioramento della situazione del creato, che pare già al collasso? Gli stili di vita ci portano a riflettere sulle nostre relazioni, sempre più segnate dalla violenza, dal potere, dall'esclusione, proprio il contrario di quell'armonia e di quell'unità del genere umano voluta da Dio fin dall'inizio, una famiglia umana che si costruisce nella diversità delle differenze. Proponiamo alcune opposizioni su cui riflettere nelle nostre comunità come invito urgente a nuove relazioni: accettare/omologare; accogliere/escludere; dominare/servire. Queste scelte risultano essere propositive per uno stile di vita in cui prevalga il senso sul vuoto, l’unità sulla divisione, il noi sull'io, l’inclusione sull'esclusione".
Nunzio Marotti