In una sala Telemaco Signorini bisognosa di manutenzione, ma opportunamente rimessa gratuitamente sul mercato per consentire ai pittori indigeni di esporre le proprie opere, sta per concludersi la settimana della pittrice elbana Gabriella Volpini. Una bella mostra, fedele all' ispirazione originaria della 'Scuola della Valle di Lazzaro', creata 30 anni fa dal pittore Luciano Regoli, vale a dire con una sensibilità verso la pittura figurativa della Natura e dell' Uomo.
Numerosi (e bellissimi) quindi i dipinti raffiguranti le diverse spiagge e calette dell' isola, gli scorci di campagna, i ritratti di adolescenti pronti al tuffo, le nature morte di impronta caravaggesca. Gabriella Volpini, è presente accanto ai propri quadri e disponibile a parlare di pittura: non la sua ( non solo) ma di Pittura in generale, consentendo a noi distratti che entriamo per caso nella sala, strategicamente posta sullo struscio in/out del centro storico, di uscirne con qualche consapevolezza in più di quell' arte che nei secoli passati era, con i libri, il principale veicolo di significato e comunicazione. Da manuale le pagine scritte da Gabriella su Rembrandt, 'il pittore che cercava l' Uomo in Dio e non Dio nell' Uomo' e recitate all' inaugurazione da alcune attrici; un testo che si conclude con l' ironica sottolineatura ' scusate se abbiamo parlato di pittura'.
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