La viabilità nel Granducato di Toscana sul finire del settecento non era delle migliori e per raggiungere l’Elba proveniendo da sud era percorribile una strada rotabile che lungo il litorale tirrenico arrivata a Torre Mozza deviava verso Piombino passando per zone paludose del Cornia ,mentre proveniendo da nord era percorribile una strada rotabile che dalla Torre di Vada lungo il litorale tirrenico passando per la Torre di S. Vincenzo e la Torre Nuova arrivava a Piombino. Altre vie rotabili non esistevano. Solo sentieri e mulattiere (1).
Chi poi sul finire del settecento sbarcava all’Elba non trovava sull’isola strade rotabili.
E’ solo con l’inizio dell’ottocento che anche sull’isola iniziano a comparire le prime strade rotabili. Lo Zuccagni Orlandini nella sua corografia dell’Italia pubblicata nel 1842 descrive la viabilità dell’Elba nel periodo che va dal 1790 al 1840 con le seguenti testuali parole:
”Finchè l’Elba non passò sotto il francese Governo, restò mancante di strade rotabili e le pedonali erano in allora anguste, tortuose, sprovvedute di ponti, pessimamente tenute. Il Commissario Generale Gio Batta Galeazzini, nativo di Bastia, fece aprire nel 1808 una strada di sufficiente ampiezza che da Portoferraio conduce a Longone e tagliarne un’altra da Portoferraio a Marciana. Sul di lui esempio ne furono in seguito massicciate diverse altre: vennero gettati ovunque i ponti necessari: restaurate ed ampliate le più importanti vie: molte di esse rese rotabili. Successivamente fu aperta una via fra Campo e Procchio e ultimata quella da Portoferraio a Marciana. Può dirsi insomma che l’Isola più non manchi di comode comunicazioni tra il Capoluogo e i principali Borghi e Castelli delle quattro Comunità: si cerca anzi di aumentarle progressivamente. Napoleone I, nel suo breve soggiorno all’isola d’Elba, fece ampliare e migliorare le due strade aperte dal Galeazzini e più specialmente il tratto che da Portoferraio conduceva alla sua residenza di San Martino, completandolo nel tronco che mancava ed abbellendolo lungo i margini laterali di una piantagione di gelsi”.
All’imperatore piacevano molto i gelsi che già nella sua famiglia, in Corsica, erano stati piantati nei terreni di proprietà.
E’ dunque solo con l’annessione dell’Elba alla Francia e successivamente nel breve periodo del regno dell’Elba di Napoloene che si dà mano all’edificazione di strade rotabili sull’isola.
Dopo la caduta di Napoleone e la conseguente restaurazione del Granducato, le comunità elbane si trovarono a dovere gestire questa nuova situazione. A Portoferraio si cercò di far fronte creando il “Provveditore di Strade e Fabbriche” che divenne uno degli “impieghi comunitativi”.
Nell’adunanza della Magistratura Comunitativa di Portoferraio del 2 gennaio 1816 scrive il cancelliere Guidoni “… commettono a me Cancelliere d’invitare per mezzo d’Editti tutti quelli che concorrere volessero all’Impiego di Provveditore di Strade e Fabbriche della loro Comunità ad avere esibita nel termine di giorni otto in questa Cancelleria la rispettiva loro Istanza,dopo il qual termine sarà da Essi Ill.mi Coadunati conferito l’Impiego per un triennio con la Provisione già stabilita dal General Consiglio e con gli oneri prescritti dai Regolamenti Comunitativi . E mandato il Partito ottenne per voti 5 favorevoli,Contrari – “ ( Partiti dal 22 dicembre 1815 Al 27 dicembre 1817 .(24) E6. Carta n . 9.ASCP).
E questa è la “Provisione già stabilita” “…alla carica di Provveditore di Strade e Fabbriche lire quattro cento venti l’anno.Con partito di voti favorevoli 14;Contrari – “ (Partiti dal 22 dicembre 1815 al 27 dicembre 1817,(24) E6.Carta n 9.ASCP).
Gli editti furono esposti e resi pubblici ad opera dei Donzelli (2).
Nell’adunanza della Magistratura Comunitativa del 15 gennaio 1816 “…Sentite le istanze dei Signori. Giuseppe Filippini,Cristino Manganaro e Luigi Pavini esibite in questa Cancelleria nel termine degli Editti colle quali domandano l’impiego di Provveditore di Strade e Fabbriche della Loro Comunità convengono di mandare a separato partito segreto i suddetti tre Concorrenti con la dichiarazione che dovrà intendersi prescelto a cuoprire il suddivisato Impiego di Provveditore di Strade quello che otterrà maggior numero di suffragi favorevoli e ciò per un triennio computabile da questo giorno con la Provisione di scudi sessanta l’anno anzi stabilita dal General Consiglio nella seduta del dì due gennaio stante,non potere percepire la suddetta provisione che dopo spirato il suddetto triennio e dopo che avrà riportato il necessario Benservito conforme a quanto prescrivono i vigilanti Comunitativi Regolamenti e con tutte le attribuzioni pesi ed oneri annessi a tale impiego.
In conseguenza di che dato luogo allo scrutinio e raccolti i voti in tanti cartocci aventi in fronte il Nome del rispettivo Postulante e quindi scoperti i Partiti si trovò che il Sig. Giuseppe Filippini ottenne voti favorevoli nessuno;Contrari cinque. Il Sig.Cristino Manganaro voti cinque tutti favorevoli ed il Sig Luigi Pavini voti favorevoli nessuno;Contrari cinque. Ed in tal guisa a pieni voti il suddetto Sig. Cristino Manganaro rimase prescelto a cuoprire il suriferito impiego di Provveditore di Strade e Fabbriche.
Commettono al predetto Sig Cristino Manganaro nuovo provveditore di Strade quanto appresso…”(Partiti dal 22 dicembre 1815 al 27 dicembre 1817.(24) E6. Carta n. 14.ASCP).
Queste ,appena descritte, erano le modalità con cui si procedeva alla nomina del “provveditore di strade e fabbriche” il quale ricopriva un impiego con funzione praticamente simile a quella che oggi espleta l’assessore ai lavori pubblici.
Quanto ora segue è relativo a ciò che “commettono” al neo eletto provveditore di strade “Di verificare e riferire sullo stato delle pubbliche cisterne non senza proporre il sistema che reputerà il migliore per l’uso delle acque. Di assistere all’esecuzione dei lavori che si stanno per approntare ai Quartieri destinati ai nuovi Ministri ed alla provvista dei mobili.Di presentare una relazione generale dei restauri che occorrono alle strade tanto di Città che di Campagna.Di impiegare promiscuamente nei lavori che si fanno per conto della Loro Comunità i seguenti manifattori
Muratori:Angiolo Baragli, Antonio Allori, Bartolomeo Lesargo
Fabbri:Domenico Guidi, Francesco Antonio Gasperini, Pietro Pucci
Legnaioli: Orazio Sproni, Antonio Foleni, Giovanni Damiani, Pasquale Donati
Di prendere in consegna lampioni, lumi e scale che servono per illuminare la Città in tempo di notte e d’invigilare all’economia di questo pubblico servizio. Di vigilare pure che l’Aggiudicatario della Pulitura delle Strade faccia il suo dovere a forma del Contratto. Il tutto ratificato con Partito di voti favorevoli 5; Contrari nessuno.
Inerendo all’istanza di Vincenzo Bianchi che domanda di essere provvisto lo destinino per Caporale Sorvegliatore ai lavori di Strade assegnandoli la giornaliera mercede di paoli quattro ,che dovrà percepire tutte le volte che presiederà a dei lavori e ciò con Partito di voti favorevoli 5;Contrari nessuno”. (Partiti dal 22 dicembre 1815 al 27 dicembre 1817.(24) E6.Carta n. 15.ASCP).
L’assessore ai lavori pubblici (“Provveditore di Strade e Fabbriche”) dovendo provvedere ad un “pubblico servizio” era nominato dalla Magistratura Comunitativa ,era un impiego comunitativo remunerato e a tempo,con indicazione precisa delle funzioni da svolgere. La scelta dei suoi collaboratori era eseguita direttamente dalla Magistratura Comunitativa insieme con il “Caporale Sorvegliatore ai Lavori di Strade”.
Il pagamento ,”la provisione “, del “Provveditore di Strade e Fabbriche” avveniva poiché si trattava di “pubblico servizio” ma avveniva solo dopo “spirato il suddetto triennio e dopo che avrà riportato il necessario Benservito conforme a quanto prescrivono i Vigilanti Comunitativi Regolamenti con tutte le attribuzioni pesi ed oneri annessi a tale impiego” e tra questi pesi ed oneri v’era anche quello che tale impiego non era compatibile con altri. Tutti questi pesi ed oneri, comportarono al Provveditore di Strade, sig.Cristino Manganaro, non poca difficoltà perché un anno dopo aver accettato l’impiego il Provveditore si rivolge alla Magistratura Comunitativa “…sentita l’istanza del Sig. Cristino Manganaro Perito della loro Comunità con la quale esponendo la critica situazione di sua famiglia e la difficoltà di potersi impiegare in altre occupazioni estranee al suo Impiego domanda che venga ordinato pagargli mensualmente il già scaduto semestre di sue provisioni per il corrente anno. Deliberano riconoscendo vero il rappresentato dal predetto Manganaro e considerando che nei mesi successivi per la costruzione del Campo Santo la di lui assistenza dovendo esser più assidua, non potrà attendere ad altre occupazioni, sebbene gli ordini veglianti disponghino che questo Impiegato sia soddisfatto alla fine dell’anno, nonostante salva l’Approvazione del sig Provveditore dell’Uffizio Fossi di Pisa, convennero passargli nei mesi successivi il semestre già scaduto a tutto giugno per in tante rate mensuali, non soffrendo da ciò alterazione l’Economia Comune, giacchè alla fine di dicembre venturo invece di restarle a pagare l’intera annata dovrà avere il solo semestre. Con Partito di voti favorevoli cinque (Partiti dal 22 dicembre 1815 al 27 dicembre 1817,(24) E6. Carta 155-156,ASCP).
Marcello Camici
1)“Guida per viaggiar la Toscana”.Istituto Geografico Militare.Firenze 2006.
2)Il Donzello è un impiego comunitativo con funzioni che oggi potremmo definire vicine al “messo comunale”
ASCP: Archivio Storico Comune Portoferraio