“Pronta per la gita a Miami? Valigia fatta?”, chiesi alla mia migliore amica Bianca.
“Certo, prontissima!”
Era il mese di maggio, doveva essere una semplice gita come tante altre, ma si rivelò un incubo. Dopo essere partite, insieme agli altri compagni di classe, dall'aeroporto di Milano Malpensa arrivammo all'Aeroporto di Miami. Sull'aereo stetti vicino a Bianca. Entrambe avevamo sedici anni, lei era bionda con gli occhi azzurri, alta e magra. Amava ascoltare la musica e praticare la sua passione: il pattinaggio. Io, invece, ero completamente diversa: capelli castani, occhi verdi e bassa per la mia età. Amavo il calcio e, in poche parole, ero un maschiaccio. Ho sempre odiato le gonne e i trucchi, infatti lego sempre i miei capelli i una crocchia fatta male. Arrivati nella nostra camera dell'albergo, Bianca ed io cominciammo a disfare le valigie e ci rilassammo per un attimo sul letto, dopo il lungo viaggio che avevamo affrontato. Era l'ora di cena e scendemmo nel salone dell'albergo insieme ai nostri compagni per cenare. Dopo cena tornammo in camera e spettegolammo su tutto e più. Chiacchierando arrivarono presto le undici e convinsi Bianca ad esplorare l'albergo.
Ci annoiammo subito perché era tutto uguale, porte, corridoi, ascensori e scale. Così proposi di andare a vedere l'alba la mattina seguente.
“Bianca!, Bianca svegliati! sono le cinque, andiamo a vedere l'alba!”
“Si, però torniamo prima che gli altri si sveglino.”
“Certo! Nessuno deve sapere niente.”
Miami era un'enorme metropoli, piena di grattacieli e bellissime spiagge, c'erano vie piene di negozi e fast-food. Attraversammo l'enorme viale che conduceva dall'albergo alla spiaggia. Bianca mi chiese di ritornare indietro ma io, testarda com'ero, decisi di continuare "l'avventura". Il tempo, però, non prometteva nulla di buono e Bianca continuava a chiedermi di ritornare all'albergo. Perciò la mia compagna, presa dalla paura che potesse-ro scoprirci, tornò all'albergo. Io, invece, presi una barca e mi spinsi verso l'orizzonte. Il cielo iniziò a farsi sempre più cupo e tempestoso, non feci in tempo a ritornare indietro che scoppiò un terribile temporale. Il mare era molto agitato e le onde si facevano sempre più alte, alla fine vedevo solo acqua sopra di me. Non capivo più dove fossi, forse sa-rebbe stato meglio tornare indietro con Bianca. Mi ri-trovai su una piccolissima isoletta e improvvisamente il tempo era cambiato. Era un posto molto piccolo e pieno di alghe. L'acqua era limpida come un cristallo.
Avevo molta paura perché non sapevo più come tornare all'albergo. Di colpo mi addormentai. Intanto la mia amica, non vedendomi tornare, avvisò le professoresse che ero uscita dall'albergo e queste chiamarono i soccorsi. Mi risvegliai sentendo dei ru-mori e arrivò immediatamete un elicottero a salvarmi. Alla fine tornai all'albergo da tutti gli altri sana e salva.
Gaia Meles