È stata inaugurata Domenica 12 Maggio alla sala della Gran Guardia e resterà aperta fino a Domenica 19 la mostra della pittrice portoferraiese Belinda Biancotti.
Per Belinda, semi-autodidatta, come essa stessa si definisce, la pittura è da sempre un'esigenza che non riesce a tenere a freno. "Se non dipingo divento cattiva" dice l'artista scherzando ma non troppo.
Nel 1998, ancora giovanissima, conosce il Professor Battini, il quale, notato il suo talento e la sua passione le infonde il coraggio necessario a proseguire il suo percorso artistico. Fondamentale anche l'incontro con Luciano Regoli nel 2002, del quale diventa allieva dal 2005 in quella che era diventata "La scuola dei pittori di Valle di lazzaro", per poi decidere di abbandonare anche questa esperienza e continuare da sola.
Oggi Belinda ci offre l'opportunità di ammirare le sue opere alla Gran Gurdia; i Pesaggi sono quadri estremamente emozionali perché, come ci spiega: "quando dipingo un paesaggio è come se mi immergessi nel mondo, in quei momenti non mi interessa concentrarmi sulla tecnica, perché questo mi farebbe perdere il contatto con le sensazioni" Ciò che la Biancotti vuole esprimere è esattamente ciò che prova in quegli attimi in quel luogo. La rappresentazione del paesaggio deve risultare come l'esatta traduzione dell'espressione "Oh, che bello!"
Per le Nature Morte l'approccio è molto diverso, lo studio e la sperimentazione della tecnica passano in primo piano. Ciò che diventa importante è la ricerca e la scelta degli oggetti attraverso i quali raccontare una storia. "Al contrario di ciò che mi succede con i paesaggi, mentre dipingo una natura morta, mi scordo completamente di tutto il mondo intorno a me".
Dipingere la figura umana è tutta un'altra storia. A Belinda piace giocare con i suoi modelli "Sono loro che tirano fuori il soggetto, io non dico mai che posa devono prendere. È così che riesco a scoprire il mondo dell'altra persona".