Il gennaio 1896 è il mese più intenso del tour di Pietro Gori negli Stati Uniti. Dopo Saint Luis lo troviamo nella vicina Cheltenham (Missouri), dove interviene in tre conferenze e fonda un nuovo circolo. Quindi sarà la volta di Kansas City (Missouri), con tre conferenze e due comizi alla Humbold Hall, seguiti da migliaia di lavoratori. Pietro definirà questa città “metropoli delle solitudini centrali nord-americane”.
A fine mese si sposta di ben 600 miglia a ovest, destinazione Pueblo (Colorado), la Steel city (città dell'acciaio, per la sua attività siderurgica), in cui tiene due discorsi. Il 26 gennaio a Denver (Colorado) conosce una dura contestazione da parte di missionari predicatori. Infatti molti suoi comizi erano incentrati o si soffermavano sul tema religioso, con toni critici sul potere incarnato dalla chiesa, che potevano scatenare la reazione di comunità di fedeli, soprattutto quelle più radicalizzate.
Pietro condannava senza appelli la “barbarie [del] potere temporale dei papi”, seppur in un'occasione ammettesse che la chiesa era stata “un faro ed un segnacolo di civiltà contro la prepotenza degli imperatori alemanni”. Nessun dubbio però da che parte stare tra chiesa e scienza: in una conferenza a Paterson ebbe a dichiarare che la “guerra alla religione, al clericalismo, interessa dunque immensamente la classe operaia, la quale ha tutto da guadagnare col progredire della scienza e del pensiero libero, a danno della secolare antagonista della luce e della verità”.
Di Gesù aveva un'immagine fortemente ideologizzata, tipica di molti libertari, anche in tempi recenti. Basti ricordare Fabrizio de Andrè, che a Gesù dedicò la sua personale rilettura nell'album “La buona novella”, e lo definì in un concerto “il più grande rivoluzionario di tutti i tempi”. La figura del “sognatore biondo, dagli occhi azzurri pieni di visioni” sarà una delle più ricorrenti nelle arringhe, nei comizi, negli scritti di Pietro, sempre tratteggiata con espressioni alate: “il ribelle fustigatore dei mercanti del tempio”, oppure il “fazioso che ardiva levare la voce contro i ricchi ed i prepotenti”.
Pietro evocava non solo un Gesù desacralizzato, ma anche pseudostoricizzato, potremo dire un “Gesù goriano”, dove forse Pietro stesso si compiaceva di specchiarcisi, di trovarci un padre nobile nella sua persecuzione giudiziaria: “Io per esempio ho sempre benedetto la corrente luminosa del giovane galileo, l'anarchico dalla camicia rossa di diciotto secoli orsono. Caifa fu il pubblico ministero di quel giusto, e ne chiese la condanna come sobillatore. Ma poi la storia incorruttibile diede ragione al rivoluzionario di Betlemme e condannò i suoi giudici. Da allora perciò egli, Gesù, primo apportatore della buona novella ai poveri e agli afflitti, parla ancora attraverso i secoli”.
Certo, in alcuni casi, nella sua professione di avvocato, doveva esserci una buona dose di strumentalizzazione: l'accostamento di un umile imputato di un processo al campione massimo del sacrificio, della persecuzione di accusatori implacabili e dell'arbitrio giudiziario serviva a far effetto sulle giurie; l'evocazione del Cristo a beneficio delle masse afflitte era un artificio retorico di facile presa.
Secondo testimonianze orali, negli ultimi anni di vita, quando si trovava nel paese paterno di Sant'Ilario, era solito ritirarsi in chiesa, anche se non nelle occasioni liturgiche. Ma, senza nulla togliere al valore dei testimoni, è un dato che significa poco. Se presuppone una conversione, maturata dalla percezione di una sua fine prematura, a cui la malattia lo stava condannando, essa non traspare da alcuno scritto dei suoi ultimi anni.
D'altra parte questa non è l'unica conversione che gli è stata attribuita postuma. È stato detto che il buio periodo precedente la morte gettasse qualche dubbio anche sulla fede all'Idea, soprattutto dopo alcuni contrasti con compagni anarchici, e riavvicinasse Pietro alle figure e agli ideali del padre Francesco, fiero patriota, e del nonno Pietro, fedele bonapartista. Ma anche qui non c'è alcuna traccia nei suoi ultimi scritti o nelle testimonianze dirette del periodo. È molto probabile che questa diceria nascesse nella cerchia degli amici elbani di idee conservatrici, come Sandro Foresi, per addolcire la figura di un uomo che era sicuramente stimato dal lato umano ma, nel loro ambiente, poco apprezzato per la sua concezione politica.
A fine gennaio troviamo Pietro a Salt Lake City (Utah) dove, oltre a tenere una conferenza e inaugurare un Circolo di studi sociali, verrà accolto questa volta senza contestazioni dalla comunità dei mormoni, che aveva fatto della città la sede principale del loro culto.
Andrea Galassi