Alla periferia dell'Impero Romano, in un piccolo villaggio considerato miscredente e rozzo, una donna sconosciuta viene posta al centro dell'universo e della storia. Il vangelo di oggi ci presenta Maria, giovane, donna del popolo, non appartenente all'élite religiosa e politica.
Dio stesso le si rivolge perché diventi sua Sposa ed entri a far parte del suo progetto di realizzazione della fraternità. Il Dio umile, perché amore, si china e aspetta. E' stato detto che, in attesa della risposta libera di Maria, del fatidico Sì, tutto l'universo si è fermato e il tempo è rimasto come sospeso. La risposta affermativa della giovane donna ha congiunto divino e umano in una sola storia.
Non è stato il risultato di un articolato ragionamento o di un'alchimia di sentimenti ed emozioni. Abituata al silenzio e all'ascolto, Maria avvertiva nel profondo l'eco dell'attesa di giustizia e di pace dell'umanità. Per questo è stata capace di concedersi allo Sposo, mendicante di amore, da sempre alla ricerca dell'uomo, dall'eternità desideroso di riversare il suo amore, di condividere la felicità con creature libere (all'amore si può corrispondere solo liberamente!), coinvolgendo nella gioia l'intero creato.
Il quotidiano è importante per Dio. I gesti di ogni giorno e gli incontri sono il luogo in cui si vive la vita cristiana. Nel mondo e tra gli uomini, non separati dagli altri. E' lo stile di Dio, la condivisione dell'ordinario, il farsi piccolo. Il Dio innamorato degli esseri umani, affascinato dai nostri tentativi di costruire le strade della felicità, in pena per il nostro cercare vie disumane illusi da miraggi, vicino e pronto a fasciare i cuori feriti dal male nostro e altrui.
Dio capovolge il modo umano di guardare la storia. Il canto del Magnificat ce lo illustra. Con il Sì di Maria è abolita la separazione fra cielo e terra, fra spirito e materia. Non hanno senso, pertanto, le separazioni create dagli uomini, i muri e le barriere che vogliono sostituirsi al sentimento di unità di tutti gli esseri in Dio. Lui chiede a ciascuno di collaborare al suo progetto che, con divina fantasia, si realizza perché <<nulla è impossibile a Dio>>.
Insieme al pianeta malato, che grida di sofferenza insieme ai poveri, è in crisi il nostro modo di vivere fondato sul modello tecnoeconomico. Il Natale indica una strada per non sprecare questa ulteriore opportunità, affinché i riti (religiosi o civili) non siano sterili. E' la strada per diventare fecondi: aprirsi alla parola-proposta di Dio per generare l'alternativa di relazioni fraterne. Con la consapevolezza di quanto il poeta e mistico tedesco del Seicento Angelo Silesio scriveva: <<Anche se Cristo nascesse mille e diecimila volte a Betlemme, a nulla ti gioverà se non nasce almeno una volta nel tuo cuore>>.
Buon Natale a tutto il creato!
(20 dicembre 2020 – IV domenica di Avvento per i cristiani)
Nunzio Marotti
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