E si perse anche la data, il giorno, il sole oppure le nuvole di quel tempo.
Gruppi di elmetti grigi, di voci, di urla ai crocicchi e alle scalinate. «Öffne die Tür, öffne die Tür!» sarà stato il grido tra i vicoli lastricati di Marciana, accompagnato dal rumore degli stivali e delle mitragliate che facevano saltare in aria serrature e «veracchioni».
Molte erano le case di possidenti che avevano vigne e terreni nelle assolate contrade dei Patresi, della Zanca, di Sant’Andrea. Colpito da una scarica di mitra fu anche, all’inizio dell’attuale Via Roma, il portone di casa dello sfortunato Efisio Vai, il contadino ucciso dall’esplosione di una mina tedesca nella vigna di Sant’Andrea.
Quel portone di castagno crivellato dai colpi, dopo 77 anni, è ancora al suo posto; testimone muto per il passo frettoloso di chi lo sfiora, testimone assordante per chi sa la sua storia. «Mi porteranno gli anni chissà quali altri orrori, ma ti sentivo accanto, m’avresti consolato...».
[Si ringrazia Muzio Murzi per la narrazione dei fatti]
Silvestre Ferruzzi