Al centro del cristianesimo vi è la persona di Gesù di Nazaret, considerata vero Dio e vero uomo. Il vangelo di oggi (il prologo di Giovanni) parla del Verbo di Dio che ha posto la sua tenda fra gli uomini. La conoscenza-esperienza di Dio è così possibile attraverso l'umanità di Gesù.
E' stato giustamente osservato che c'è una significativa differenza fra dire Gesù è Dio e dire Dio è Gesù. Nel primo caso, al soggetto rischio di applicare la mia idea di Dio (il predicato da me conosciuto). Nel secondo caso, comprendo il soggetto a partire da ciò che conosco, Gesù, attraverso la lettura del vangelo. E' il vangelo che purifica ogni immagine distorta di Dio, ogni idea di un Dio a nostra immagine e somiglianza.
Il vangelo racconta, così, di un Dio che entra nella concretezza della storia umana e per relazionarsi con gli umani si fa uguale a loro. Colui che nessuno ha mai visto, si rende visibile: sta in mezzo agli uomini, abita in villaggi, percorre le strade di tutti, comunica, si prende cura, si guarda attorno, coglie e vive le situazioni, insegna, risana, incoraggia, sogna e soffre, gioisce e muore. Mentre la vita è cara ad ognuno, in pochi accolgono l'Autore della Vita. Una storia che si ripete: l'attenzione degli uomini è per i doni e non per il donatore. Così, guidato da volontà di affermazione e di potenza, l'uomo non è disposto ad aprirsi alla novità di vita che scaturisce dall'accoglienza del Verbo incarnato. A quanti lo accolgono, dice il vangelo, ha dato “il potere di diventare figli di Dio”, e quindi la consapevolezza della propria identità filiale e di fratelli di Cristo e di ogni realtà del creato. “Dio viene nel mondo come figlio per renderci figli. Oggi Dio ci meraviglia. Dice a ciascuno di noi: tu sei una meraviglia”. (Francesco). La possibilità della vita eterna, vita piena e senza limiti perché accolta e vissuta nella comunione con la Trinità, fin da ora è donata a tutti. Come è nella logica dell'amore di Cristo: gratuito, inclusivo, incondizionato e senza misura.
Concludo con i versi della poetessa Emily Dickinson:
“Chi non ha trovato il cielo – quaggiù – / lo mancherà lassù – / perché gli angeli affittano casa vicino alla nostra, / ovunque ci spostiamo”.
(3 gennaio 2021 – seconda domenica dopo Natale)
PS –
Verbo o Parola è la traduzione di Logos (greco) e di Dabar (ebraico). Nella tradizione occidentale, il termine Logos richiama il pensiero nel suo aspetto logico concettuale, mentre Dabar rimanda a una realtà più ampia di pensiero parola e azione.
Nunzio Marotti
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