Il vangelo odierno presenta il battesimo di Gesù al fiume Giordano. Il significato del battesimo dovrebbe essere chiaro nella nostra società ad altissima percentuale di battezzati.
Rivolgendo l'attenzione alla scena evangelica, vediamo Gesù in fila con i peccatori: è il segno della solidarietà di Dio con gli uomini. In questa immersione nella vita degli uomini sta il significato della sua esistenza: una vita-per-gli-altri. I cristiani scorgono in Lui il “forte” che immerge nella vita divina, e – se accolto – trasforma gli esseri umani rendendoli capaci di ascoltare il Padre e di vivere la fraternità, attraverso solidarietà, amore, umiltà e servizio.
L'umanità sta vivendo un tempo di grande cambiamento. E' un momento di passaggio. Specie nelle società occidentali, ci si chiede se e quando si tornerà alla normalità. Se ne parlava tra amici impegnati in percorsi di incontro e di cura. Ma quale normalità, se l'oggi è anche il risultato di ciò che pensiamo sia la normalità?
Giovanni il Battezzatore rappresentava lo spartiacque fra due epoche. La prima è quella dell'attesa di liberazione e salvezza da parte del popolo di Israele, la seconda è il suo compimento: in Gesù riconosce l'Atteso (in cui è presente l'azione dello Spirito divino, con il simbolo della “colomba”). Ma c'è qualcosa che va oltre, inatteso, ed è ciò che costituisce la grande notizia: il Messia è addirittura Dio stesso fra gli uomini (questo indica la “voce dal cielo”). In questa prossimità di Dio sta la risposta al desiderio di infinito e di eterno dell'uomo, al suo desiderio di comprendere il senso dell'esistenza e di vivere una vita piena nella condizione propria di creatura.
Oggi anche noi aspettiamo giorni migliori, più umani. Forse, gli occhi e la mente e il cuore e l'agire potrebbero osare l'insperato. Almeno i cristiani e le comunità, chiamati, per il battesimo, ad essere profeti e servi.
“No, i tuoi pensieri non sono / i nostri pensieri, / le tue vie le nostre vie: / Tu sei il contrario, / l'Oppositore!” (D. M. Turoldo).
(10 gennaio 2021 – domenica del Battesimo di Gesù)
PS – “Dio si è fatto fragilità per toccare da vicino le nostre fragilità. Dunque, dal momento che il Signore si è fatto carne [è la nostra condizione umana], niente della nostra vita gli è estraneo. Non c’è nulla che Egli disdegni, tutto possiamo condividere con Lui, tutto. Caro fratello, cara sorella, Dio si è fatto carne per dirci, per dirti che ti ama proprio lì, che ci ama proprio lì, nelle nostre fragilità, nelle tue fragilità; proprio lì, dove noi ci vergogniamo di più, dove tu ti vergogni di più. È audace questo, è audace la decisione di Dio: si fece carne proprio lì dove noi tante volte ci vergogniamo; entra nella nostra vergogna, per farsi fratello nostro, per condividere la strada della vita.” (Francesco, 3 gennaio 2021).
Nunzio Marotti
Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.