Mi ricordo ancora quel giorno. Era il momento di partire con un battello insieme a tanti marinai, cui conoscevo solo una minima parte. Il motivo del viaggio era visitare nuove isole, visto che da tanti anni si tramandava una leggenda, che sentii raccontare tante volte da un anziano. Mancavano ancora due giorni alla partenza, quando sentii, mentre camminavo in paese che qualcuno diceva che avremmo avuto sfortuna, così mi nascosi per sentire ancora, ma fu inutile. Arrivò poi il giorno della partenza, perciò iniziai a mettere nel mio zaino tutte le provviste che sarebbero servite. Dopodiché partimmo e io ripensai ancora a quello che avevo sentito qualche giorno prima. Navigammo tutto il giorno, e devo dire che il tempo era promettente, o quasi perché la notte iniziò a farsi sempre più brutto. C’erano così tante onde che non si riusciva a stare in piedi sulla barca. Mi impaurii sempre di più, così entrai nella stiva per essere più al sicuro, dato che erano caduti tanti marinai dalla nave a causa delle onde. La mattina dopo uscii dalla stiva per vedere se fossero rimasti alcuni marinai oppure no. Per fortuna ne erano rimasti, tra cui quelli che conoscevo. Improvvisamente sentii una piccola botta sotto il battello, così i miei compagni d’avventura ed io andammo a vedere cosa ci fosse là sotto, e scoprimmo che era una piccola bottiglia di ve-tro dentro alla quale c’era un foglio di carta in cui c’era scritto “Se riuscirai a sconfiggere la maledizione in cambio avrai un grande bottino, che nessuno è mai riu-scito a prendere.” Questa lettera incuriosì molto sia me che gli altri marinai, così mi rimisi a pensare a quello che avevo sentito, e a quale collegamento ci potesse essere. Si stava avvicinando la notte, e sentii uno stra-no suono, come se qualcuno ci stesse chiamando, ma lo ignorai. Poco dopo ne sentii un altro e così andai a vedere insieme ai miei compagni d’avventura. Vedemmo qualcosa muoversi in mare, aspettammo e dopo un po' uscirono dall’acqua tantissime sirene. La sirena più vicina a noi iniziò a recitare la formula di in una lingua sconosciuta, che fortunatamente un mio compagno di nome Tom conosceva, perciò ci disse di chiudere le orecchie con qualcosa per non ascoltare. Dopo molto tempo, se ne andarono via così noi capimmo che forse era quella la maledizione. Dopo un po' pensai che il tesoro potesse essere in mare, perciò ci tuffammo in mare, curiosi. Ad un certo punto vidi qualcosa luccicare in lontananza, e corsi a dirlo ai miei compagni. Dopo essere arrivati molto in profondità, vidi una statua di cristallo e una lettera incastrata nella mano. Arrivati sul battello insieme alla statua, notai che era raffigurato l’anziano che parlava sempre di questa leggenda. Dopo presi la lettera in cui c’era scritto: Complimenti, avete sconfitto la maledizione e trovato il bottino, che non è solo questo, ma anche una collana fatta di cristallo, che si deve dare alla propria amata.
I miei compagni rimasero stupiti da questa lettera. Infine decidemmo che il vero tesoro, ovvero la statua l’avevamo già trovato, perciò buttammo la collana in mare in modo che si creasse una nuova leggenda, la quale si sarebbe tramandata di generazione in generazione.
Rebecca Parrini