Enzo Sossi, figlio di esuli istriani, in attesa del 10 febbraio giorno del ricordo, scrivendo dei morti uccisi nelle foibe (Preparandoci al giorno in cui si ricordano le stragi e l'esodo dei profughi istriani) dice che parlare di questo è per lui doloroso.
Così è stato anche per mio zio Gino, esule istriano.
Afferma che l’Italia ha un grosso peccato: il silenzio durato decenni sulla pulizia etnica verso gli italiani e l'esodo dei profughi istriani avvenuta durante la dittatura comunista di Tito.
“Per quasi cinquanta anni – scrive Sossi - il silenzio della storiografia e della classe politica avvolge la vicenda dell’esodo e delle foibe. E’ una ferita ancora aperta perché ignorata per molto, troppo tempo”.
Solo con la legge 30 marzo 2004 n 92, l’Italia ha riconosciuto ufficialmente questa tragedia istituendo il 10 febbraio come “Giorno del ricordo”.
Credo che nel giorno del ricordo ci si debba porre la domanda: perché c’è voluto molto, troppo tempo per ricordare e così non dimenticare?
Marcello Camici