Quando nel 1999 l’allora sindaco di Capoliveri chiese ad Italo Bolano di realizzare una ceramica – murales che rappresentasse i personaggi del millennio che stava per finire da collocare sulla Pizzetta La Vantina, sfondo dello spazio teatrale, il maestro elbano rimase un po’ perplesso perché il suo stile preferito non era certo quello figurativo. Come rappresentare le figure maggiormente di spicco del ‘900 in modo originale senza cadere nel manierismo che lui detestava?
Utilizzando il suo espressionismo figurativo al quale faceva ricorso quando rappresentava personaggi storici (come Napoleone) o drammatici (come il Cristo) o i pochissimi ritratti da lui fatti (Mario Luzi, Benigni, il grande calciatore Agroppi, qualche amico…) realizzò un’opera veramente notevole e imponente, ben 5,2 metri per 1,8, per un totale di quasi 10 metri quadri di pannelli di una ceramica antigeliva e resistente all’acqua e al sole.
E così presero vita i personaggi e gli eventi che secondo lui avevano caratterizzato il millennio che si stava concludendo, Einstein, con la sua formula E=MC2, Marconi, padre delle telecomunicazioni, Les demoiselles d'Avignon di Picasso, inventore del cubismo, e poi, accanto a Hitler e Mussolini, anche Gandhi, Fleming, scopritore della penicillina, Charlot e persino Topolino, la bomba atomica, la conquista della Luna, il computer e poi Marilyn Monroe accanto alla Coca Cola, Mao Tse Tung, Nelson Mandela e Madre Teresa di Calcutta (non ancora Santa) e la pecora Dolly, primo caso di clonazione. Tutto questo “carosello” lo collocò su una barca guidata da Papa Giovanni Paolo II (non ancora Santo) e che aveva per timoniere la morte, che se li sarebbe portati via tutti. Questo con quello spirito ironico e un po’ sarcastico tipico della personalità di Italo Bolano
L’ultimo personaggio, l’ultimo ancora vivente, Gorbaciof, ha appena compiuto 90 anni.
Chissà quanti Capoliveresi o quanti turisti si saranno soffermati qualche minuto in questi 22 anni ad osservare questo dipinto per individuare i volti o gli eventi rappresentati.
Sta di fatto che quest’opera versa oggi in uno stato veramente pietoso e indecoroso.
Spary e scritte con pittura bianca (spicca di più) lordano ovunque la parte bassa della ceramica in una gara a chi arriva più in alto.
Ma soprattutto spicca la sovrastante grande ceramica che portava la scritta CAPUT LIBERUM e un orologio che scandiva il trascorrere del tempo, quasi completamente distrutta! C’e’ rimasto un pannello e qualche frammento.
Ci è stato detto che è stata utilizzata per una gara di “pallonate” a chi riusciva a colpirla con un tiro veramente notevole perché alta oltre 10 metri.
Non esistono parole per commentare questi fatti, nell’assoluto silenzio di chi dovrebbe vigilare.
Siccome però ritengo che le sterili polemiche non servano a nulla faccio pubblicamente appello all’amministrazione affinché metta mano a questo scempio che offre uno spettacolo di degrado in uno dei più bei paesi dell’Isola e una sorta di “placet” affinché chi vuole danneggiare danneggi senza nessun timore di essere scoperto.
Intanto ripulire la ceramica dalle scritte. Fortunatamente è ceramica e basta un solvente a base chimica tipo trielina per cancellare senza danno le scritte.
Per il restauro dell’orologio la cosa è più complicata, poiché la barca di Wojtyla si è portata via anche l’autore dell’opera e non può essere rifatta. Esistono però dei moderni sistemi fotografici per riprodurre foto su ceramica e quindi può essere sostituita con una copia per così dire “anastatica”. Quanto alla lancetta… non è andata perduta, fortunatamente.
In fine, siccome mi risulta che “i soliti ignoti” non è la prima volta che operano, ci vorrebbe una bella telecamera a circuito chiuso che mandi un segnale ai vigili urbani affinché chi vuole ancora “divertirsi” sappia che non verrà punito ma “solo” condannato a risarcire il danno, lui o la famiglia se minorenne. Chi rompe paga. Punto.
Io rimango a disposizione dell’Amministrazione per assisterla nell’operazione di restauro che, data l’imminente stagione turistica, virus o non virus, sarebbe urgente.
Invito inoltre l’Amministrazione a riposizionare i cartelli che un tempo indicavano nel paese la posizione di quest’opera, oggi tutti scomparsi, considerando che nel frattempo è diventata parte del “Museo Diffuso di Arte Moderna e Contemporanea all’aria aperta Italo Bolano”, presente in numerose pubblicazioni e presto anche oggetto di una opportuna tabellazione sull’Isola.
Auguri Gorbaciof e che il transitare sull’altra sponda, il più tardi possibile, ti sia lieve.
Alessandra Ribaldone - International Art Center
Nelle foto:
Il grande Millennium e il sovrastante orologio nelle condizioni odierne
Il Maestro Bolano durante l’installazione dell’opera (1999)