Tre sono gli altari laterali
Uno è a destra, nella navata in cornu Evangelii, e due sono a sinistra, nella navata in cornu Epistulae.
L’altare della navata in cornu Evangelii è detto del Crocifisso perché ha l’immagine di Gesù crocifisso.
Si tratta del Crocifisso scolpito su legno e poi dipinto.
E’ del 1549.
Era venerato sull’antico e primitivo altare maggiore di legno del 1549 quando furone erette le prima fondamenta della pieve. La Confraternita della Misericordia aveva il diritto di celebrare le messe in occasione della festa della Santa Croce (3 maggio) e dal 1809 fu a questa Confraternita affidata la manutenzione dell’altare.
Il Crocifisso è in una grande nicchia con cornice di legno e vetro all’interno della quale, sullo sfondo della parete affrescata con nuvole, ha ai lati due statue in gesso raffiguranti a sinistra l’Addolorata (Madonna dei Sette Dolori), rappresentata secondo la classica iconografia con i pugnali che le trafiggono il cuore e il petto e a destra l’apostolo Giovanni, il tutto è incastonato con due colonne laterali in cemento, a spirale, terminanti con capitelli di stile misto su cui poggia l’architrave. Su questo architrave modanato in un cartiglio è l’iscrizione “Christhus in hac cruce mortales a morte redimit”. Sopra l’architrave è una lunetta aperta all’interno della quale emergono tre teste di cherubini, in gesso, tra nubi bianche.
Sopra la mensa dell’altare è il ciborio di legno dipinto con l’iscrizione “in hoc signo vinces”. Nello sportello del ciborio è raffigurata una croce con appesi i simboli della passione.
Il Crocifisso ha una particolarità: all’altezza delle spalle le braccia presentano due snodi che permettono di posizionarle lungo il corpo. In tal modo il Crocifisso diviene facilmente trasportabile disteso in orizzontale su un baldacchino come statua del Cristo Morto.
(Duomo Portoferraio. Altare detto del Crocifisso. Navata in cornu Evangelii - FOTO DI COPERTINA)
Dalla parte opposta, in navata sinistra, in cornu Epistulae, è l’altare una volta intitolato a S. Liborio dove officiava la Confraternita del SS Sacramento nei primi anni della sua fondazione. E’ detto dell’Immacolata perché è venerata l’Immacolata Concezione che è raffigurata al centro da una statua in cartapesta (autore ignoto) accolta in una nicchia in legno dorato riccamente lavorato e chiusa da uno sportello in vetro. Sullo sfondo sono affrescate le teste di sette cherubini avvolti da nuvole celesti.
L’Immacolata appare con una veste bianca sotto un manto azzurro. Sotto i suoi piedi si notano un serpente e una mezza luna d’argento con pietre colorate. Alla cinta una fibbia con pietre. Intorno al capo è una aureola formata da stelle. L’immagine è incastonata tra due colonne laterali a spirale poggianti su pilastri quadrangolari e terminanti con capitelli di tipo misto. Sull’architrave un cartiglio con l’iscrizione “Deipara inventa sum ergo immacolata” e sopra una lunetta aperta con due cherubini tra nubi bianche, sopra la mensa dell’altare è il ciborio in marmo policromo che lateralmente presenta due colonnine in marmo. Nello sportello del ciborio è il simbolo di Dio Padre che compare come un occhio iscritto in un triangolo all’interno di una raggiera, tipico della iconografia rinascimentale. Sotto la mensa dell’altare una urna di vetro che contiene l’immagine di Maria Bambina in una culla: la Natività della Beata Vergine Maria alla quale il Duomo è dedicato.
(Duomo di Portoferraio. Altare dell’Immacolata Concezione. Navata in cornu Epistulae)
Marcello Camici