“Pace a voi!”. E' questa la parola rivolta da Gesù Crocifisso Risorto ai suoi amici (vangelo di oggi).
Nel nostro tempo, non è facile cogliere la portata di questo augurio-dono. La pace (“p” minuscola) è usata e abusata, spesso per coprire pigrizia o nefandezze, di cui la storia e il presente ci offrono esempi. “Vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi”, dice Gesù. E considera beati gli operatori di pace, cioè coloro che la custodiscono, la diffondono, la costruiscono. E' una pace che è radicale opposizione a ogni forma di violenza. E' la Pace messianica, shalom, che nel primo testamento non si oppone a guerra (milkamah) ma a violenza (khamas).
Accogliere la pace evangelica è avventurarsi in un cammino irto di difficoltà. Richiede, infatti, uno sforzo che riguarda tutta la vita e la quotidianità. E' necessario conoscere, per gestirle, le proprie emozioni e l'aggressività; curare le relazioni, in autenticità, mitezza e rispetto; fare scelte coraggiose, talvolta con l'obiezione a leggi ritenute in contrasto con la propria coscienza.
Tanti sostengono che tutto questo sia possibile a partire da un'esperienza basilare: sentirsi profondamente amati. E' esperienza possibile, che la proposta cristiana integra aggiungendo che il fondamento spirituale della pace è il sentirsi amati e accettati da Dio e che questo rende possibile l'accettare e amare sé e gli altri. L'evento pasquale inserisce nel tempo dello Spirito, dono di Gesù, tempo del “Dio-in-noi”. Sperimentare questa realtà, non solo come verità o idea da credere, è vivere non superficialmente, e, stando nel mondo, diffondere le energie che vengono dallo Spirito. Soltanto a questo livello (e chi, non credente, pone attenzione alla dimensione spirituale dell'uomo sa di cosa si sta parlando) è possibile abbattere ogni muro di separazione, vincere in sé l'egoismo e il desiderio di possesso, potere e successo. Fino a rendere possibile, infine, l'amore dei nemici, quale radicale superamento della legge del taglione, e l'amore per i persecutori. Questa progressiva e non facile pacificazione (libertà) personale cresce insieme all'impellenza, all'urgenza di dare un contributo concreto per pacificare il mondo nella giustizia-solidarietà e libertà, in quella che Francesco chiama “fraternità-fratellanza”.
(18 aprile 2021 – terza domenica di Pasqua )
PS -
a)“La guerra è la minaccia e il pericolo più grande e manifesto per la pace, ma ve ne sono altri analoghi e tutti possono convergere nell'espressione khamas, indicante la violenza essenziale, radicata nel cuore dell'uomo e capace di ferire l'ordine delle relazioni intraumane, tra l'uomo e le cose, il creato tutto, tra l'umanità e Dio” (E.Bianchi)
b) Nella “Pacem in terris” (1963), Giovanni XXIII parlava delle tre dimensioni della pace: personale, sociale e internazionale.
Nunzio Marotti
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