Da domani, venerdì 14 maggio, sarà visibile presso l’ingresso Coop di Portoferraio, spazio pubblicitario n°12 il quinto maxiposter del progetto INiTINERE, Nuovi paesaggi urbani, La città di Portoferraio per l’Arte, progetto culturale, artistico e turistico voluto e sostenuto dal sindaco Angelo Zini e dall’assessore alla Cultura Sig.ra Nadia Mazzei. L’Opera rappresentata è dell’Artista Luciano Regoli e si intitola lo “Sbarco di Napoleone all’Isola d’Elba”, (tecnica olio su tela, cm 530x270), opera di grande formato realizzata nel 2014, in occasione del Bicentenario dell’arrivo all’isola dell’Imperatore Napoleone I, ed ora visibile all’interno della Pinacoteca Foresiana di Portoferraio.
Dalle parole dell’Artista informazioni importanti su aspetti, suggestioni, emozioni, considerazioni che hanno preceduto, accompagnato e seguito la realizzazione del grande dipinto:
Nel 2014 ci furono all'Isola d'Elba le celebrazioni per i duecento anni della venuta dell'imperatore, dalle glorie di Versailles all'umile palazzina che fu adibita in fretta e furia a magione dell'illustre ospite. Arrivò con una goletta fin nella rada, poi scese in terra in una scialuppa accompagnato da alcuni suoi generali mentre intorno un popolo festante di cittadini esultava. E cannonate a salve annunciavano la loro gioia. Chi di loro avrebbe mai immaginato tanto onore! Sceso a terra il Maire Traditi gli offrì le chiavi della città, che, poiché non esistevano, furono trovate e fatte passare per tali, poi in grande solennità il corteo di notabili, ufficiali e il popolo si avviarono verso il duomo a celebrare la Messa in suo onore. Per la grande occasione nel 2014 arrivarono all'Elba cinquemila fan napoleonici sparsi in tutta Europa, in vere e proprie organizzazioni militari. Vestiti di tutto punto queste comparse con i loro vessilli, armi, tamburi, trombe, ci sprofondarono in un'atmosfera napoleonica mai vissuta prima. Preso da questo turbine in vista dell'evento, un mese prima esatto preparai una tela di più di cinque metri per quasi tre e mi accinsi a dipingere il quadro più grande della mia vita. Dico grande per misure, ma il mio amico Roggero Roggeri, uomo, e fine e storico, di grande cultura, mi fece notare anni dopo, che io (ed è vero) avevo preso sotto gamba il risultato, poiché da pittore drammatico quale sono, risultò troppo celebrativo ai miei gusti, e in una recensione lo sminuii un poco, facendo dell'ironia su tutta la faccenda, e sul fatto che non sarei certo passato alla storia per quel dipinto. Ma Roggero mi fece notare che un quadro siffatto faceva l'orgoglio della nostra isola, e che, nonostante alcune voci si fossero levate poiché storicamente non veritiero, il dipinto era una delle cose mie migliori, anzi lo definì “grandioso” poiché ero riuscito a creare, in quest’opera, la dimensione mitica che, al di là della veridicità assoluta dei fatti, era presente nella memoria collettiva degli elbani. Il ricordo glorioso e mitizzato che faceva parte della loro storia, si presentava davanti ai loro occhi, grazie alla forza evocativa della pittura, vivo e luminoso, fulgido di una grandezza ideale, estremamente efficace nel cogliere la vera essenza emotiva di un popolo. Facevano bella mostra parecchi cittadini presi a modello, il mio bombolaio lo trasformai nel sindaco Traditi che porge le chiavi a Napoleone sul cavallo. Il mio falegname rosso di capelli e barba fu la spia inglese che tormentò l'Imperatore con la sua presenza, e poi osti, fidanzate, cantanti liriche, tecnici del suono, cuochi, pittori giovani e anziani, industriali milanesi in vacanza, tutti furono messi in costume in posa. In alto a destra mentre scompaio mangiato dalla fine della tela ci sono anch'io due volte. Se guardate bene ma non ve ne accorgereste se non lo confessassi, gli stendardi al vento ripetono, interpretandolo il panneggio dello straccio con cui il naufrago in cima alla piramide umana della Zattera della Medusa di Théodore Géricault cerca inutilmente di farsi notare da quel puntino in fondo che fu la nave che li salvò.
Ringrazio me stesso per aver affrontato una fatica simile in un solo mese di lavoro, ma un ringraziamento anche a Roggero, che mi aprì gli occhi al nuovo intendimento che mi era sfuggito, non avendo mai dovuto eseguire qualcosa di celebrativo.
Luciano Regoli è nato a Terni nel 1949. Diplomato al Liceo Artistico, ha frequentato la facoltà di Architettura e la Scuola libera del Nudo all’Accademia di Belle Arti di Roma. Inizia l’attività artistica sotto la guida del pittore francescano Padre Ortensio Gionfra, allievo a sua volta di uno dei più significativi artisti a cavallo del XIX e del XX Secolo: il napoletano Carlo Siviero.
Contro tutte le correnti artistiche del suo tempo, in gioventù torna alla pittura figurativa, ricercando il mestiere negli anziani pittori sopravvissuti alle Avanguardie del Novecento. Persegue con tenacia questa via, con fede incrollabile. Dalla fine degli anni Settanta, inizia la sua attività di ritrattista all’estero, presso le grandi famiglie di industriali, aristocratici e uomini di cultura, in Brasile, Francia, Svizzera, Stati Uniti ed Egitto. In Italia esegue ritratti per la nobiltà fiorentina, romana e a personaggi in vista dell’epoca. Del 1980 è il ritratto del filosofo e mistico indiano U.G. Krishnamurti e del 1982 quello del Presidente egiziano Hosni Mubarak. Contemporaneamente al ritratto prosegue una intensa attività espositiva fino agli anni Duemila, quando inizia ad occuparsi di arte sacra, lavorando a numerose commissioni di pale d’altare, come la grande pala della Lapidazione di Santo Stefano, per la chiesa romanica in Campioni di Buggiano o la Beata Gemma Galgani nella chiesa paleo cristiana dei S.S. Giovanni e Paolo di Roma. Su invito del Ministero della Cultura Russo, partecipa, per il Plyos Reservation Museum, al “Green Noise 2013”. L’anno seguente esegue la grande tela raffigurante lo Sbarco di Napoleone all’Isola d’Elba. Dona al Santo Padre, Papa Francesco, con Udienza Papale del 17 giugno 2015, il dipinto La Svestizione del Papa, ora in Vaticano.
È il fondatore de ‘La Scuola di Valle di Lazzaro’ che propone il recupero della grande tradizione della pittura italiana ed europea.
Sotto l’egida dell’UNESCO e per l’occasione della mostra della sua Scuola a Palazzo Piccolomini a Pienza, nel 2018 pubblica 5000 km per vedere un orecchio. La Morte della Grande Pittura, scritto programmatico di riflessione sulle cause che hanno decretato la decadenza attuale della pittura figurativa. È in corso di pubblicazione Il Trattato della Pittura incentrato sulla propria esperienza pittorica, con lo scopo di lasciare in eredità alle nuove generazioni di pittori le sue conoscenze tecniche, con un insegnamento rispettoso dei valori artistici, etici, morali e universali della Grande Pittura.
Ricordiamo che il progetto INiTINERE partito il 25 marzo scorso è dedicato all’Arte Contemporanea di questa isola e nella sua semplicità assolve tre compiti sostanziali: decoro urbano, promozione turistica e iniziativa culturale di valorizzazione del Patrimonio Immateriale. Il Comune di Portoferraio ha, da subito, appoggiato il progetto presentato dall’Associazione Culturale Persephone e da Ape Agenzia che si dividono i ruoli attraverso i loro rappresentanti di direzione artistica, Angela Galli, e direzione tecnica, Massimo Zottola. Il progetto è stato diviso in due parti, nella prima parte sono presenti sette artisti, con il maxiposter di Luciano Regoli, siamo al quinto artista esposto, alcuni maxiposter sono ancora visibili: Belinda Biancotti, In Blue, postazione 8, sulla tangenziali; Angela Galli con Laveria al Ginevro, Serie Strutture n°15, davanti al supermercato Conad di Carpani; Marcello D’Arco, Spettacolo dall’antica biblioteca, sotto il tunnel di via Guerrazzi; Mimì Jasmine Salley, Family portrait, è stata esposta dal 16 aprile per due settimane presso la rotonda della zona industriale.