Da appassionato di musica e da frequentatore abituale dei concerti del festival lancio, spero in tempo utile, una proposta che è una raccomandazione: per favore non sciupiamo esibizioni fantastiche di straordinari solisti in luoghi magari suggestivi ma che non possono garantire quel minimo di agibilità, silenzio e acustica che servono per rendere fruibile il concerto.
Faccio due esempi: l'anno scorso sono stato a una delle serate con Mario Brunello, alla Linguella. Complice il covid che ha costretto al distanziamento e quindi al diradamento dei posti, non ero nelle primissime file e così ho solo intuito che il concerto doveva essere una meraviglia. Ma se dicessi che sono riuscito a seguirlo direi una bugia: non c'era un minimo di amplificazione (che naturalmente è meglio evitare se si può) ma così ho più che altro sentito i motori dei traghetti e delle barche che rientravano in porto. Un vero peccato, ma un'esibizione in queste condizioni è penalizzante per gli ascoltatori e credo anche per i solisti.
Altro esempio: due anni fa al teatro dei vigilanti non c'era il covid ma c'è stato invece il problema caldo. Ho temuto per la vita degli artisti, a cominciare da Yuri Bashmet, che letteralmente grondavano sudore. C'era un ventilatore ma non bastava. Ci vuole un impianto di condizionamento. Anche in questo caso peccato perchè il teatro è bellissimo, e il concerto lo è stato altrettanto, ma così non si riesce a godere fino in fondo l'evento.
Non prendete queste osservazioni come critiche, ma come un suggerimento sincero. Ovviamente ci sarò anche quest'anno.
Credo che questo festival oltre a essere l'appuntamento culturale più significativo dell'estate elbana, sia da anni un evento che meriterebbe molta più risonanza mediatica e un riscontro di pubblico ancora maggiore. Un abbraccio affettuoso agli organizzatori e a tutti gli artisti, tanto più quest'anno che ci ha levato una delle gioie più grandi, ossia ascoltare la musica dal vivo.
Bruno Miserendino