Quest’anno, nel nostro Istituto ITGC Cerboni, ha visto la luce un’iniziativa inedita, destinata, lo speriamo, a creare un precedente virtuoso per progetti simili in futuro.
Si è costituito tra docenti giovani e “giovani diversamente” un gruppo teatrale che ha scelto la felice denominazione (come poteva essere altrimenti?) di “Compagnia del Registro”, che debutterà la sera del 13 giugno, alle h. 21.30, al Teatrino di Porto Azzurro e il 15, nello stesso orario, a Portoferraio, al Teatro dei Vigilanti, con una farsa di Peppino De Filippo, adattata in due atti da Vincenzo De Bernardo, dal titolo “Don Raffaele Il Trombone”.
Tutto è nato dall’intuizione di un nostro insegnante di matematica napoletano (e quindi con la gloriosa tradizione teatrale di Peppino e di Eduardo nel sangue!), Gennaro Squillace, che ha pensato di fare qualcosa di veramente utile alla scuola che, nello stesso tempo, potesse coinvolgere, impegnare, ma anche divertire, altri colleghi.
Per capire meglio come è stata elaborata e resa operativa l’idea, gli abbiamo proposto un’intervista.
Eccone il testo:
D Gennaro, raccontaci come e quando è nata l’idea di questa performance teatrale
R A dire il vero l’idea è nata quasi per caso. Ricordo che eravamo andati a cena un sabato sera autunnale con un gruppo di colleghi e mentre si parlava del più e del meno, “preoccupati” anche per l’inverno che avevamo davanti lontano dalle famiglie e dagli affetti, proposi di impiegare il tempo mettendo su uno spettacolo teatrale per divertirci e far divertire i nostri alunni. Inizialmente doveva essere un mero passatempo poi pensammo di finalizzarlo a scopo di beneficenza per le nostre scuole.
D Come è avvenuto il reclutamento della Compagnia? C’è stata subito disponibilità verso il progetto o hai trovato difficoltà a scegliere attori e attrici? Tu hai trascorsi teatrali alle spalle? E i colleghi che ti affiancano?
R Non è stato necessario un casting anche per il numero limitato di attori che la commedia richiedeva e che potevamo reclutare all’interno del gruppo di colleghi. Una difficoltà c’è stata nell’assegnare i ruoli maschili che sono stati inizialmente assegnati a donne perché c’erano più attrici che attori disponibili tra i colleghi, ma poi, per impegni sopravvenuti, alcune attrici hanno rinunciato ed è stato deciso di coinvolgere nell’iniziativa altri colleghi e un esperto di teatro che ci ha dato una mano determinante nella recitazione, nella regia e nell’adempimento delle pratiche burocratiche anche perchè sia io che la maggior parte dei miei colleghi eravamo completamente a digiuno di recitazione.
D La scelta della farsa di Peppino da quali elementi è stata determinata?
Non deve essere stato semplice, infatti, nella ricchezza della tradizione teatrale napoletana, individuare il testo adatto allo scopo…
R La tradizione teatrale napoletana è vastissima e noi non eravamo in grado di poter operare una scelta oculata. Così ci siamo affidati al suocero di una nostra collega il quale è regista di teatro a Napoli. Dopo le vacanze di Natale, ci ha fatto pervenire quattro commedie dei De Filippo da lui adattate: due atti unici e due commedie in tre atti. Subito scartate le commedie in tre atti per l’eccessivo impegno per dei principianti, la scelta è caduta su “Don Raffaele il Trombone” perché, a differenza dell’altra farsa “Cupido scherza e spazza”, a nostro avviso si prestava di più al pubblico elbano in quanto non faceva ricorso eccessivo a battute in dialetto napoletano.
D Operativamente, come avete proceduto? Dove sono avvenute le prove?
R Dopo aver messo a punto il copione con gli adattamenti del nostro regista “a distanza”, abbiamo iniziato a leggere le proprie parti e a recitare leggendo i copioni che poi man mano abbiamo lasciato fino a recitare con il solo supporto dei suggeritori. Le prove si sono tenute principalmente nella biblioteca dell’ITCG “G. Cerboni”.
D E’ stata maggiore la fatica o il divertimento?
R Inizialmente è prevalso il divertimento mentre negli ultimi giorni, e soprattutto in quelli che mancheranno fino allo spettacolo, sarà la fatica ad essere la protagonista.
D Avete fatto tutto da voi o si siete fatti aiutare da professionisti per i costumi, l’allestimento scenico, la regia ecc…?
R Era partito come gioco e pensavamo di essere autosufficienti poi man mano che l’idea si concretizzava siamo stati supportati da enti d associazioni locali e aiutati da professionisti soprattutto per quanto riguarda l’arte teatrale e la scenografia.
D Pensi che il teatro abbia una valenza didattica? E “quanto” offrirne agli studenti nel corso di un anno scolastico? Noi infatti, come saprai, almeno una volta all’anno invitiamo i ragazzi ai Vigilanti, ad assistere ad una pièce teatrale. Ma forse è troppo poco…che ne pensi?
R Certo, attraverso l’arte si possono trasmettere contenuti e valori. Un aspetto importante è sicuramente quello funzionale, in quanto il teatro permette di confrontarsi con opere di grandi autori. Oltre a ciò, il teatro offre una importante possibilità di rendere i ragazzi più consapevoli e sensibili rispetto a svariate tematiche attuali. Pertanto sarebbe opportuno, compatibilmente con gli impegni della didattica curricolare, aumentare le possibilità di “incontro” e “confronto” con l’arte teatrale, per dare ai ragazzi la possibilità di familiarizzare con questa antica forma di comunicazione.
D E se invece di essere spettatori, gli studenti stessi fossero attori, come ha dimostrato il successo del recente “Dietro le quinte”?
R A mio avviso sarebbe opportuno, in quanto il teatro, oltre ad avere una valenza didattica, ha un aspetto educativo/formativo non trascurabile perché, oltre a sviluppare la capacità comunicativa, l’espressività e l’autostima, insegna che anche per lo spettacolo più semplice, come nello studio, è richiesto sempre molto impegno, esercizio e serietà.
D Cosa ti sta regalando quest’esperienza?
R Il regalo più bello è l’opportunità di far conoscere aspetti della mia personalità che rischiavano di essere offuscati dal ruolo del docente di matematica che “recito” ogni giorno.
D La destinazione del ricavato della rappresentazione al nostro Istituto è stata dettata anche dalle precarie condizioni finanziarie in cui versa la scuola pubblica italiana attualmente?
R Certo, il momento economico e finanziario di estrema difficoltà ha comportato anche la riduzione delle risorse destinate all’istruzione e alla scuola pubblica e questa iniziativa vuole essere un modo fattivo, concreto e partecipato per contribuire a livello locale alle esigenze della scuola pubblica.
D E, per finire, quale messaggio si può ricavare dal testo teatrale scelto, che sia valido per tutto il pubblico che vi assisterà?
R Il messaggio è senz’altro quello di avere sempre i piedi per terra, di calibrare bene le proprie aspirazioni e di non dar credito ai cosiddetti “pifferai dal flauto magico”.
Grazie, Gennaro, e in bocca al lupo per il vostro debutto!
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M.Gisella Catuogno