Il vangelo di oggi presenta due episodi a incastro. Un elemento comune è il “toccare”: da una parte, una donna tocca Gesù e, dall'altra, il Maestro prende per mano la bambina.
Essere cristiano è sperimentare la relazione con Gesù, “toccarlo” e lasciarsi “toccare”. Ma cosa vuol dire? Qualcosa si intuisce nelle narrazioni di chi vive la propria esistenza in Dio, a cominciare dalla testimonianza dei vangeli. Di Dio è molto più ciò che non sappiamo di quello che conosciamo. L'eccessivo intellettualismo ha occupato una buona parte dello spazio religioso del singolo e della comunità. E Dio rischia di essere ridotto a concetto, a realtà pensata, dimenticando la complessità della realtà e le molte dimensioni dell'uomo.
Certamente il nostro tempo – e non da ora – è caratterizzato dalla mancanza di unificazione e di attenzione, dominato come è da distrazioni e disattenzioni. Spesso non abitiamo lo spazio e il tempo in cui siamo situati.
Wislawa Szymborska, grande poetessa polacca, parla della disattenzione in una poesia che reca proprio questo titolo. Inizia così: “Ieri mi sono comportata male nel cosmo. / Ho passato tutto il giorno senza fare domande, / senza stupirmi di niente.”. E continua con alcuni esempi di una giornata attraversata nella disattenzione, ma dove avvengono tante cose e cambiamenti. E conclude: “Il savoir-vivre cosmico, / benché taccia sul nostro conto, / tuttavia esige qualcosa da noi: / un po' di attenzione, qualche frase di Pascal / e una partecipazione stupita a questo gioco / con regole ignote.”
Coltivare l'attenzione, la consapevolezza, è arte semplice ma non facile. Richiede il superamento del riduzionismo (non è solo consapevolezza mentale) e l'apertura alle altre dimensioni della nostra esistenza (corporeità e spiritualità). Il dogma del produttivismo-consumismo vive in tanti settori (perfino in quello religioso) e la divinità profitto-denaro (mammona) segna con il suo numero le fronti. E' tempo di volgere l'attenzione a realtà quali lo stupore, il silenzio, l'ascolto, l'osservazione insieme alla gratuità e alla relazionalità, perché il viaggio nel tempo non diventi un passivo e abbastanza veloce venir portati da non si sa chi verso uno sconosciuto dove.
E così, in tale camminare si può sperimentare il Dio della Vita, il toccare e lasciarsi toccare dalla potenza d'Amore che rinnova lo sguardo, la mente e, di conseguenza, le azioni. Un'esperienza di qualità spirituale, che esalta l'umano e che conduce oltre i dogmi mentali e i ritualismi esistenziali, oltre quelle barriere e separazioni che costruiamo e che impediscono di vivere l'universalità nella concretezza.
(27 giugno 2021 – domenica 13 Ordinario)
PS - "Non sapete che il vostro corpo è tempio dello Spirito Santo che è in voi (...). Glorificate dunque Dio nel vostro corpo!" (scrive Paolo in 1Cor 6,19-20 ).
“Io sono la luce che è su tutte le cose. Io sono tutto: da me tutto proviene e in me tutto si compie. Tagliate un ciocco di legno; io sono lì. Sollevate la pietra, e mi troverete.” (parole attribuite a Gesù dal vangelo (non canonico) di Tommaso, versetto 77; su questo mi piacerebbe ritornare, magari in dialogo con il poeta elbano Manrico Murzi).
Nunzio Marotti
Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.