A proposito delle nuove ordinanze sulla circolazione auto a Portoferraio, nate da intuizioni meritorie e che rappresentano finalmente l’inizio di quanto potrebbe essere fatto per migliorare la qualità della vita dei residenti e turisti di una cittadina in forte sviluppo, come però non ricordare un articolo dell’Arch. Maria Pia Cunico scritto per Italia Nostra Arcipelago Toscano nel 2013?
Italia Nostra lo ripropone, per sottolineare la delicatezza di decisioni parziali che possono portare, paradossalmente, a un aumento di auto in aree paesaggistiche di pregio, avvilendo anche chi si avventura a piedi.
— Partire dal giardino…..per me questa è spesso la regola per affrontare altri argomenti, “partire” dal giardino delle città, come luogo di natura e di bellezza ma anche come luogo urbano per eccellenza. E allora perché, per parlare di qualità della vita nell’isola, in particolare di Portoferraio, per riparlare di decoro, di tutela, di modi di vivere bene la città in tutti i giorni dell’anno, non partire proprio dai suoi giardini pubblici, contenitori di natura ma anche e soprattutto di bellezza, tutti in posizioni fantastiche, dove, appena c’è un po’ di sole, fa sempre piacere passare qualche ora all’aria aperta?
In genere sono proprio le città stravolte dal turismo estivo, con tempi strettissimi di utilizzo e stagioni dimenticate, le città dove la giornata, tutta rivolta al mare, detta le regole anche della vita quotidiana che sembra fermarsi da aprile a ottobre, in modo prepotente, quasi sfacciato. I giardini invece ci sono per tutte le stagioni, a saperli valorizzare, a saperli amare, giorno per giorno, tornandoci, abitandoli, vivendoli in modi diversi, da bambini, da anziani, da turisti, da comuni cittadini.
Certo fa piacere vedere quanti elbani amino il passeggio delle Ghiaie o la salita alla Fortezze, ma perché ci si deve accontentare di una passeggiata da condividere con le macchine parcheggiate, al di sotto di un “viale alberato” miserello, troppo largo per essere un passeggio e troppo stretto per esser un giardino.. per arrivare poi al grande Giardino pubblico delle Ghiaie, meravigliosamente collocato, dove però, a sedersi nelle panchine all’ombra dei grandi alberi, non si vede il mare che c’è, a pochissimi metri ma si vedono invece le macchine e i motorini parcheggiati? Penso a tante città di mare nella costa francese o in altri paesi del Mediterraneo, dove il verde è parte integrante del paesaggio urbano, dove le passeggiate lungo il mare sono tanti giardini, anche di dimensione ridotta, spesso delle strisce di verde, tra la sabbia e la città… ma che meraviglia di alberi e di piante fiorite!
Il giardino delle Ghiaie potrebbe ritornare ad essere al centro della vita della città, un giardino pubblico non più separato dal lungomare da cespugli arruffati e disordinati ma diventare parte di esso, dovrebbe dare ombra dopo qualche ora passata in spiaggia, dovrebbe offrire prati dove stendersi, ma anche angoli di fiori, profumi e colori dove ritrovare il proprio rapporto con la natura.
Dovrebbe essere un “cuore verde” da cui potrebbero partire una serie di “passeggi” pedonali, alcuni anche ciclabili, risistemati di modo da diventare piacevoli passeggiate: la passeggiata “classica” del viale delle Ghiaie esistente, ma restaurata e rinfrescata con nuovi alberi, cespugli, arredi, e una chiara separazione tra macchine e passeggio Un altro percorso pedonale potrebbe salire dalla Ghiaie fino ai bastioni di Forte Falcone, recuperando antichi percorsi che un tempo esistevano e permettendo di collegare i due parchi più belli che ha la città e di affacciarsi su alcuni punti panoramici davvero unici al mondo.
Un altro percorso dovrebbe finalmente permettere, senza il pericolo di essere travolti dalle macchine, di arrivare dalle Ghiaie a piedi, facendo una delle passeggiate più panoramiche dell’isola, fino alle spiagge della Padulella e di Capobianco….percorso che si fa già con mille impedimenti quando invece basterebbero, per partire, un marciapiede e un senso unico al traffico automobilistico. Penso quindi a una specie di rete di percorsi verdi che partendo, o arrivando, dal parco delle Ghiaie potessero collegare altri spazi verdi, recuperandoli e rivitalizzandoli, ma anche collegare le spiagge, gli spazi di memoria della città, il porto, ipotizzando una specie di grande lungomare che si potrebbe congiungere ad un possibile “Parco delle Saline” fino a concludersi a San Giovanni.
——
Maria Pia Cunico, socia di Italia Nostra, padovana ma elbana di adozione, con casa più che trentennale all’Elba, è architetto paesaggista, docente all’Università IUAV di Venezia, autrice di numerosi volumi e ricerche sul giardino storico e contemporaneo.
Ha scritto, insieme a Paola Muscari, paesaggista e progettista di parchi e giardini, socia dell’ “Associazione Italiana di AIAP AIAPP Architettura del Paesaggio, due libri che hanno con l’Elba un rapporto privilegiato, l’ultimo dei quali è “Arcipelago Nascosto – Giardini, aranceti, carceri, torri e fortezze delle isole dell’Arcipelago Toscano”, con la collaborazione di Alessandra Contiero, guida ambientale del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano. Questo volume, che rappresenta un atto di amore non solo per l’Elba ma per tutto l’arcipelago, è pubblicato dalla prestigiosa casa editrice fiorentina Casa editrice Leo S. Olschki , anch’essa caratterizzata da oltre un secolo da un legame illuminato e particolare con l’isola.