Si stupiscono e si scandalizzano i contemporanei di Gesù nel racconto del vangelo di oggi. Si scandalizzano perché vedono contraddette le immagini di Dio che via via si sono costruite. Gesù va oltre, prende in contropiede.
Succede di scandalizzarsi davanti alla realtà quando non rientra nei nostri schemi ideologici, mentali. Si tende allora a negare la realtà stessa pur di confermare le proprie idee. E' il limite delle ideologie, dei grandi come dei piccoli sistemi di pensiero. Così ci si chiude alla realtà (che supera sempre l'idea), non se ne coglie la verità, non si è liberi.
Coltivare uno spirito di scoperta e di curiosità positiva rende capaci di sorprendersi, di mantenersi in stato di apertura. Così, se e quando il Trascendente fa irruzione, si può essere preparati ad accoglierlo.
Chi sei Gesù per me? Immediatamente mi raggiungono risposte che altri, in diversi tempi e luoghi, hanno dato: nozioni, definizioni, espressioni che sono state (e, in certi casi, lo sono ancora) significative. Ma io, oggi e ogni giorno, devo e voglio dare la mia personale risposta davanti a Colui che sempre richiede una scelta, per lui o contro di lui.
La storia mostra che l'immagine di Dio che crediamo (o respingiamo) condiziona la nostra visione dell'essere umano.
Se credo nella divinità ragionieristica divido il mondo fra chi merita e chi no, fra chi deve essere premiato e chi sanzionato, mettendomi nella posizione di chi giudica (fino a metter l'io al posto di Dio, assolutizzando i miei criteri dettati da volontà di potenza).
Oppure credo nel Dio mite e umile, che si fa piccolo pur di raggiungere gli ultimi, che è madre che si consuma per i suoi figli, sia per quelli che l'ascoltano (sperando che non diventino presuntuosi, come il pubblicano o il figlio maggiore delle rispettive parabole) che per quelli che si ribellano non rispettando la Vita e l'Amore (elementi indissolubilmente legati) e, in definita, neppure se stessi. Il Dio in cui giustizia e misericordia si incontrano secondo la divina fantasia. In questo caso, l'altro da me diventa bisognoso, come tutti, di prossimità, di compassione, di accompagnamento, di servizio (di cui al primo posto è l'aiuto a crescere in umanità). Credere nel Dio del vangelo, cioè della buona notizia (e che bella notizia!) annunciata da Gesù di Nazaret, non è solo riconoscerlo mentalmente (in questo senso, anche i demoni credono, ma tremano!) bensì farne esperienza nella propria esistenza. E qui rimando alle precedenti puntate di questa rubrica settimanale, in cui ho fatto riferimento alla preghiera, alla meditazione, alla consapevolezza, al regno di Dio che è in noi. E' questa esperienza che rende possibile il graduale crescere in umanità (creatura nuova), trasformando il pensare, il parlare e l'agire. Altrimenti, nelle situazioni “problematiche”, la mano di vernice evangelica si scolora subito ed emerge il consueto vecchio pensare e il parlare e l'agire ancorati a mentalità distante da quella cristiana.
Ma, anche in questo caso, si può ripartire – se attenti o aiutati o toccati dentro – in un cammino di cambiamento. Di cui tutti, io per primo, abbiamo bisogno per conformarci alla statura del Cristo, di quella possibilità umana di cui la sapienza (con i suoi diversi nomi e tradizioni) da tempo individua i tratti distintivi.
(4 luglio 2021 – domenica 14 Ordinario)
PS - “La parola di Dio chiama a conversione tutti, e offre a ciascuno un nuovo orizzonte di pensiero e di azione, rivelandogli la verità di ciò che è: figlio di Dio e peccatore, riscattato a caro prezzo” (S. Fausti).
Nunzio Marotti
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