Lunedì 5 luglio presso l’Accademia del Bello persone di Cultura dall’anime diverse ma accomunate nel sentimento profondo di amore e rispetto verso l’Elba si sono ritrovate prendendo stimolo da quanto ultimamente si sta perpetrando in questa nostra isola.
Prendendo spunto dalla relazione del prof. Franco Cambi elaborata per gli Atti del Convegno “Un futuro per un passato” e dalla più volte citata “Convenzione di Faro” in vigore dal 2011 e ratificata dall’Italia solo nel 2013 si sono trovate, a una voce, concordi a far sentire, con forte e incisiva azione, il proprio malessere nei confronti di quanto in tempi recenti ha solcato e continua a solcare con profonde ferite il territorio, la cultura, la memoria collettiva, il passato e il futuro di un’isola felice e a farlo sentire, non solo a voce alta che si perda nel deserto dei silenzi ma con esposti dettagliati e propositivi.
Nella “Convenzione di Faro” all’articolo 2 si definisce comunità di eredità quell’insieme di persone che attribuiscono valore a degli aspetti specifici dell’eredità culturale che desiderano, nell’ambito di una azione pubblica, sostenere e trasmettere alle generazioni future e come già i nostri antichi negli Statuti appianei sin dal 1600 andavano scrivendo: che si abbia a fare non per noi, non per i nostri figli ma per figli dei nostri figli affinchè ne possano godere i frutti.
Negli Atti sopra citati, dei quali sarebbe auspicabile una pubblicazione per una più larga diffusione, ci si ritrovano continuamente i rimandi delle desiderata di ognuno che abbia a cuore certi valori.
Tornare a camminare a testa alta verso le certezze di cui dobbiamo esserne convinti per non avere più quella “paura” diventata strumento di lotta politica e agitata come clava ricattatoria e non isolarsi sempre più nello spicciolo egoismo. Perché “un’isola non può isolarsi. Più si è isola e meno si deve essere isolati per non morire”.
Paolo Ferruzzi