Il cristianesimo introduce con forza il tema della libertà del credente e della sincerità dell'uomo di fronte a Dio, e in definitiva davanti a se stesso e agli altri. Una religiosità basata sull'ipocrisia, sulla falsità, su ciò che non è autentico... non rende un buon servizio all'uomo. La religiosità può umanizzare o disumanizzare. Per questo è notevole l'attrazione che la proposta di Cristo esercita sugli uomini che hanno a cuore la propria umanità e quella altrui. Il vangelo di oggi ci presenta il Cristo che libera dal terrore di diventare impuri con qualcosa che esiste nel mondo: minerali, piante, animali, esseri umani. Tutto, dice Gesù, proviene dalle scelte dell'uomo, dai suoi orientamenti, dalla sua libertà: nulla fuori dell'uomo può renderlo impuro; sono invece le cose che escono dall'uomo a contaminare lui e il contesto.
Dal cuore dell'uomo escono cose buone se il cuore non è lontano dal Dio della Vita e dell'Amore, da Colui che, del cuore stesso. è il Creatore e vuole che ognuno sviluppi talenti, potenzialità e qualità. L'ipocrita è colui che onora con le labbra, ma il suo cuore è altrove, e le tradizioni degli uomini diventano un pretesto per trascurare la volontà di Dio. Coltivare le qualità umane, l'autenticità, vivere la comunicazione e coltivare relazioni non superficiali: sono alcuni elementi che favoriscono anche una spiritualità positiva.
Particolarmente in questo tempo, capiamo l'importanza della relazione con il creato, l'interconnessione con la natura di cui siamo parte. Il prossimo primo settembre è la Giornata del creato che apre un periodo chiamato “Tempo del creato” che si conclude il 4 ottobre, festa di san Francesco d'Assisi patrono dell'ecologia. Un tempo in cui i cristiani di tutto il mondo si sentono chiamati a pregare e riflettere, modificare gli stili di vita e agire ai diversi livelli. E' necessario un cambiamento di rotta per fermare la crisi climatica. Nella lettera Laudato Si', papa Francesco parla di conversione ecologica, che è urgente e non rinviabile. Tutti siamo coinvolti e corresponsabili in qualche modo, anche solo per i silenzi, le omissioni, l'indifferenza. In questione è la responsabilità personale e solo insieme si può sperare un pianeta diverso, più sano e più giusto. Nel messaggio per la Giornata del creato leggiamo: “Insieme è la parola chiave per costruire il futuro: è il noi che supera l’io per comprenderlo senza abbatterlo, è il patto tra le generazioni che viene ricostruito, è il bene comune che torna a essere realtà e non proclama, azione e non solo pensiero”. In queste parole troviamo la possibilità di un nuovo patto sociale attorno ad un progetto comune, ad un rinnovato e motivante impegno a vantaggio di tutti.
(29 agosto 2021 – domenica 22 ordinario)
PS - “Non uccidete il mare,/ la libellula, il vento./ Non soffocate il lamento/ (il canto!) del lamantino./ Il galagone, il pino:/ anche di questo è fatto/ l’uomo. E chi per profitto vile/ fulmina un pesce, un fiume,/ non fatelo cavaliere/ del lavoro. L’amore/ finisce dove finisce l’erba/ e l’acqua muore. Dove/ sparendo la foresta/ e l’aria verde, chi resta/ sospira nel sempre più vasto/ paese guasto: “Come/ potrebbe tornare a essere bella,/ scomparso l’uomo, la terra” (Giorgio Caproni).
Nunzio Marotti
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