Per riprendere la carrellata dei personaggi caratteristici del Grigolo voglio parlare di Eolo Scardigli (detto “Tormenta”), uno dei miei preferiti, perché manteneva e portava avanti il soprannome di famiglia come era in uso all’Elba in maniera particolarmente colorita proprio nei comuni di Rio Marina e di Rio Elba. Da questo territorio proveniva Eolo: era un uomo molto forte, che aveva lavorato nella cementeria di Portoferraio, un’altra “industria” della nostra città attiva fino agli anni ‘70. Dal babbo ebbe, o meglio si prese in eredità’, una barca ,“la ballerina”, che era appartenuta ad una famosa Etoile che tanti anni prima aveva una villa proprio a Nisporto. Non si sa come arrivò nella disponibilità del babbo di Eolo, sappiamo soltanto che una volta che questo morì , la barca andò in eredità ai suoi “figlioli”. I due se la contesero in una maniera piuttosto originale. Uno teneva la barca dal bordo esterno di dritta e tirandola dalla sua parte gridava è mia, babbo l’ha lasciata a me! Eolo più forte, faceva la stessa cosa e urlava le stesse parole dalla parte sinistra della “Ballerina”. Quando questa si spezzò Eolo, al quale rimase in mano la parte più grande, molto democraticamente ed inaugurando un nuovo diritto di successione, se l’aggiudicò. Con un’altra barca e con la sola forza delle braccia, rimorchiò quei due pezzi fino al Grigolo e da solo, lavorandoci con infinita pazienza e tanta passione, riportò la “Ballerina” al suo antico splendore. Mai più fu messa in mare, ma “Tormenta”, che con la moglie Michelina abitava in via Roma ogni giorno subito dopo pranzo veniva a farci qualche ritocco. Lo aspettavo e gli giravano intorno facendo attenzione a non innervosirlo perché anche lui era uno di quelli ai quali piaceva lavorare senza tante rotture di scatole. Se ero fortunato, poteva capitare che mi raccontasse qualche aneddoto curioso riguardante la sua forza fisica e quella del suo carattere.
Oltre la faccenda della divisione ereditaria e della “Ballerina”, un'altra scenetta che lo coinvolse e che è passata alla storia dell’anedottica popolare, è quella che lo vide rientrare a casa per cena dopo una faticosa giornata di lavoro. Quando la moglie (Michelina) gli presentò un tegamino con due uova fritte lui, al grido famosissimo di “l'ove ‘un so cene!”, prese il tegamino e lo scaraventò fuori dalla finestra!
Michel Donati