Chi non impara dalla storia è condannato a ripeterla. Biden, non volendo un altro Vietnam, ha detto al popolo americano che era arrivato il momento di lasciare l’Afghanistan. Era stato chiaro: niente Vietnam, niente Iran. La maggioranza approvava, un successo per una nazione costantemente divisa su quasi ogni questione. Si era dimenticato di considerare che gli americani odiano perdere. La strategia per uscire dall’Afghanistan si è trasformata in un disastro paragonabile a quello della Baia dei Porci con JFK o all’Iran con J. Carter.
Biden è dovuto tornare di corsa da Camp David per spiegare ai suoi concittadini ed al mondo intero perché si stava verificando un altro disastro a Kabul. Ha dato la colpa alla precedente amministrazione, al popolo afghano. Pare essere tornati indietro nel tempo. La bandiera talebana sventola nuovamente su Kabul. Un disastro, solo il tempo sarà maestro. Le immagini che giungono da Kabul, crude, dolorose, purtroppo vere: l’attentato suicida che ha provocato morti e feriti, gli afghani che cadono dalle ruote dell’aereo mentre sta decollando, sono brucianti come quelle dell’uomo che si opponeva ai carri armanti in piazza Tienanmen a Pechino. Le donne, anello debole della società afghana, si vedono in pochi giorni catapultate nel medioevo, come alla fine degli anni ‘90, maltrattate, oppresse, vessate dai talebani. Non possono lavorare, studiare, obbligate a portare il burqa, essere accompagnate da un uomo quando escono, non guardare negli occhi o parlare con un uomo che non sia un membro della famiglia, altrimenti piovono frustate, quando va bene. Nascoste, segregate in casa,vendute bambine a uomini più adulti con matrimoni combinati, si sentono, a ragione, abbandonate da quel mondo occidentale che le aveva illuse, facendole uscire dalle tenebre della Sharia e tornare a vivere. Ora sarà più difficile per loro tornare a morire nell’oscurità dell’inferno talebano, venire dimenticare dalla storia, dal mondo, dopo che hanno conosciuto la libertà, la pari dignità.
A tutto questo seguiranno storie di orrore di afghani che hanno sostenuto gli Stati Uniti e gli alleati in questi 20 anni, senza dimenticare i soldati delle forze speciali afghane che hanno combattuto ferocemente fianco a fianco alle truppe statunitensi e sono ora braccati dai talebani. Il fallimento nel pianificare la loro evacuazione sarà una storia costante e angosciante per tutto l’Occidente. Biden ha la falsa speranza che i talebani si moderino nei confronti delle donne. L’elettore americano, in particolare le madri del Mid-West, la penseranno diversamente.
Cosa ci ha portato in Afghanistan? Il sostegno dei terroristi da parte dei talebani. Ora le organizzazioni terroristiche potranno operare liberamente in Afghanistan e minacciare i Paesi occidentali. Per 20 anni abbiamo fermato gli attacchi mortali grazie al controllo militare dell’Afghanistan. Se dovessero tornare, e torneranno, sappiamo di chi sono le responsabilità. Indipendentemente dai fatti sul campo, Biden continuerà ad affermare che questo è stato il ritiro giusto al momento giusto. Non funzionerà. Le ripercussioni saranno negative sulla sua popolarità e sulla fiducia dell’opinione pubblica occidentale nella sua leadership. Gli Stati Uniti ed i suoi alleati avranno problemi nello scacchiere geopolitico mondiale.
Il presidente di Taiwan ha cominciato a preoccuparsi ed a chiedersi se il suo Paese sarà il prossimo ad essere abbandonato, questa volta nelle mani del grande fratello cinese, dagli occidentali. L’impatto dell’Afghanistan sulla geopolitica internazionale sarà devastante.
Per la prima volta in quasi 20 anni gli afghani si stanno svegliando senza le truppe della NATO sul loro territorio, dopo che l’ultimo aereo è decollato dall’aeroporto di Kabul pochi minuti dopo la mezzanotte. Se non altro, il Presidente Biden può affermare di aver avuto il coraggio di porre fine al coinvolgimento degli Stati Uniti e degli alleati occidentali ad una guerra che i suoi predecessori sapevano non sarebbe andata da nessuna parte. Ma la gestione, a dir poco confusionaria del ritiro, a cui abbiamo assistito in queste ultime settimane, ha fatto a pezzi la sua reputazione di esperto di politica internazionale, e ha lasciato di nuovo milioni di afghani nelle mani dei talebani fondamentalisti e dei loro avversari ancora più estremi dell’ISIS.
E l’Europa, un gigante economico dai piedi d’argilla, deve cominciare a chiedersi se vuole diventare grande, crescere, formare finalmente l’Esercito Europeo, cominciando dai sei Paesi fondatori, o al contrario, continuare a rimanere un’eterna incompiuta.
Enzo Sossi