In occasione dell'inizio dell'anno pastorale, con la ripresa delle varie attività parrocchiali e associative, la presidenza dei vescovi italiani scrive a tutti i vescovi diocesani. Al centro della lettera l'importanza di curare le relazioni, per cui l'attenzione alle persone "diventa gesto di amore anche attraverso la scelta di vaccinarsi". Tutto in linea con Papa Francesco il cui "appello interpella le coscienze di tutti e, soprattutto, di chi è impegnato nell’azione pastorale delle nostre comunità".
Anche se, viene precisato, "la normativa civile attuale non prevede l’obbligo vaccinale né richiede la certificazione verde per partecipare alle celebrazioni o alle processioni né per le attività pastorali in senso stretto (catechesi, doposcuola, attività caritative…)". Ma, si aggiunge , "la cura delle relazioni chiede d’incentivare il più possibile l’accesso alla vaccinazione dei ministri straordinari della Comunione Eucaristica; di quanti sono coinvolti in attività caritative; dei catechisti; degli educatori; dei volontari nelle attività ricreative; dei coristi e dei cantori".
Un orientamento chiaro che, nella linea del ruolo formativo della comunità cristiana, potrebbe essere perseguito anche promuovendo "incontri con esperti che possano offrire spiegazioni e delucidazioni sul tema delle vaccinazioni".
Tornando al tema della cura delle relazioni, i vescovi sottolineano che "non può esserci azione pastorale della Chiesa senza la cura delle relazioni". E aggiungono: "Nel tempo della pandemia, proprio nei periodi più bui, abbiamo scoperto che l’essenziale è proprio la relazione: tra operatori pastorali, con i ragazzi e le loro famiglie, con le persone sole…". Nella necessaria prudenza e nel rispetto delle normative vigenti, si auspica, quindi, "un surplus di cura delle relazioni perché il ritorno 'in presenza' non avvenga semplicemente con i tempi e i metodi pastorali a cui eravamo abituati".
E' un invito al rinnovamento della pastorale, cogliendo nella drammatica pandemia l'opportunità di rilanciare, senza rinunciare all'essenziale, forme più adeguate alle trasformazioni della società e dell'autocomprensione personale. Si tratta di rivalutare i linguaggi propri fra cui proprio il "linguaggio della comunicazione diretta e interpersonale". E' forse il momento adatto per interrogarsi sull'essere comunità cristiana, cogliendo anche l'occasione alta (ma partendo "dal basso", cioè con il massimo coinvolgimento dei battezzati) del percorso sinodale (che significa 'camminare insieme') il quale, proposto da Francesco, sta per essere avviato dalla Chiesa italiana.
Nunzio Marotti