Nel vangelo di oggi appare evidente come, per un'autentica realizzazione umana, non sia possibile tenere per sé i doni di Dio. Maria è donna che accoglie la Parola eterna e, subito, si mette in viaggio. Nessuna chiusura in se stessa, nessun autocompiacimento, ma esistenza donata agli altri. L'incontro con il Dio della Vita la spinge a compiere gesti di fraternità nella vita quotidiana. Mettersi a servizio di Elisabetta non è solo la manifestazione di una virtù umana: è luogo della testimonianza di Dio, manifestazione della sua benevolenza per tutte le creature. E' riconoscimento della propria piccolezza (l'umiltà della sua serva) e della grandezza del Dio Amore.
* * * * *
Fra sei giorni iniziano le festività natalizie.
Ciò che il vangelo racconta di Maria ed Elisabetta, vale a dire il mistero della fecondazione spirituale, secondo la fede cristiana si compie continuamente in chiunque si apra all'azione divina. Il Natale non è solo la nascita storica del Figlio di Dio, avvenuta circa duemila anni fa. E' una nascita che avviene sempre, in ogni uomo. Il poeta e mistico tedesco Silesius affermava: “Anche se Cristo nascesse mille e diecimila volte a Betlemme a nulla ti gioverà se non nasce almeno una volta nel tuo cuore”.
Altri hanno parlato di nascita di Cristo nell'anima (Meister Eckhart), di inabitazione trinitaria, dell'uomo tempio dello Spirito di Dio (san Paolo). Questi aspetti sono importanti nella vita spirituale. Siamo lontano da un'opposizione (platonica) di spirituale e materiale, di mondo ideale e mondo sensibile. Nella sua unità di corpo-anima-spirito, ogni uomo è immagine di Dio, ogni uomo è la gloria di Dio (Ireneo). Questa dimensione, pertanto, apre alla considerazione, al rispetto di ognuno, a cui Dio in certo modo è unito. Lo ricorda bene un teologo del quarto secolo, Giovanni Crisostomo: “Se non riesci a trovare Dio nello straniero, nel rifugiato, nel povero, non lo troverai neanche nell’eucarestia”. E spiegava: “Vuoi onorare il corpo di Cristo? Dopo averlo onorato in chiesa, non disprezzarlo quando è coperto di stracci fuori della porta della chiesa. Colui che ha detto 'questo è il mio corpo' ha detto anche 'questa è la mia fame'. Che importa che la mensa del Signore scintilli di calici d’oro, mentre lui muore di fame? Che senso ha offrirgli porpora e oro, e rifiutargli un bicchiere d’acqua? Rendi bella la casa del Signore, ma non disprezzare il mendicante, perché il tempio di carne di questo fratello è più prezioso del tempio di pietre.”
Il senso profondo del Natale giudica la nostra immagine di Dio e dell'uomo, la nostra concezione della comunità, il nostro concreto modo di vivere la socialità.
L'alternativa la indica una giovanissima donna, Maria: la vita semplice, ordinaria, quotidiana è vita gioiosa, vissuta nella serenità e nella fiducia. Più che andare alla ricerca di “strabilianti” situazioni e sensazioni, vale la pena vivere l'oggi nel desiderio di tutto compiere nella compagnia della fede, dei fratelli e del creato.
(19 dicembre 2021 – quarta domenica di Avvento)
Nunzio Marotti
Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.