E’ dal manoscritto di Vincenzo degli Alberti che si viene a conoscere in dettaglio importanza e ruolo del camarlingo di comunità a Portoferraio nel 1700.
Abbiamo detto che la procedura di elezione del camarlingo di comunità termina con la consegna del libro dell’estimo e ciò lo si comprende molto bene essendo l’imposizione sopra l’estimo la voce di maggiore entrata per la comunità di Portoferraio come si evince dalla lettura del manoscritto Alberti:
“Comunità sue entrate e spese.
L’entrata della comunità ascende un anno per l’altro a lire 1500 e l’assegnamento maggiore consiste nell’imposizione sopra l’estimo che si regola a soldi dieci per ogni saccata di terreno coltivato e soldi due per ogni saccata di terreno boschivo o incolto.
Con l’entrata suddetta si pagano le spese che sono a carico della comunità quali sono o fisse o incerte e le prime montano ogni anno a lire 1020 in circa e l’altre o eguagliano o superano il rimanente dell’entrate talchè visto da me il bilancio a tutto marzo 1765 ho trovato che il camarlingo della comunità resta debitore di lire 606.15 quali diceva di non aver potuto esigere stante la povertà dei debitori e al contrario la detta comunità doveva all’Abbondanza lire 540 per frutti di denaro imprestatogli onde l’avanzo restava di lire 66.15
Gli amministratori della Comunità sono gli Anziani di seggio ed il Camarlingo quale è responsabile di tutte le partite d’entrata, che è a suo carico d’esigere, e paga le spese secondo il mandato del Capo Anziano ma per giustificare tali spese presso il Magistrato dei Nove che fa ogni anno il saldo al Camarligo per mezzo dei suoi ragionieri devono essere tutte le dette spese corredate dal Mandato del Capitano anziano e dalla quietanza convalidata dalla firma dell’Auditore”
(“Relazione di Portoferraio fatta a Sua Altezza Reale dal conte Vincenzo degl’Alberti suo consigliere di Stato”1796. Vincenzo degli Alberti. Manoscritto. S/2 .64. Comunità sue entrate e spese. Pg.30-31. Biblioteca comunale di Portoferraio)
Oltre all’imposizione sull’estimo altre entrate sono importanti per la comunità di Portoferraio ed una di queste è proprio l’offerta che fa il camarlingo scelto la quale rappresenta una voce d’entrata fissa per la casse della comunità come si evince ancora dal mansocritto Degli Alberti da una nota sulle entrata di comunità a Portoferraio:
“Lire 150.-.-. Offerta del Camarlingo quale posto si conferisce ogni anno al Maggiore offerente avendo egli il profitto dei diritti del peso,e misure,di diversi generi che si vendono secondo la nota A.
All’incontro il Camarlingo è responsabile di tutte le partite d’entrata della Comunità essendo a suo carico la riscossione delle suddette partite”
(Vincenzo degli Alberti. Idem come sopra. ”N 10. Memoria sopra la comunità di Portoferraio”. Senza numero di pagina. Biblioteca comunale di Portoferraio)
Il camarlingo era una voce di entrata fissa per le casse comunali di Portoferraio per l’oblazione incassata all’incanto della carica di camarlingo.
Non era una carica remunerata dalla magistratura comunitativa ( comune) perché le remunerazioni del camarlingo sono prescritte nella “nota A” annessa alla memoria n 10 descritta col nome “memoria sopra la comunità di Portoferraio “ e “tutte le sorti commestibili che vengono a questo Ponte di peso o misura fuori che le commissioni di Livorno fatte da Pizzicagnoli; cioè forestieri e isolani” una dettagliata nota sui diritti del camarlingo.
In tale nota A del manoscritto Vincenzo degli Alberti vengono elencati in dettaglio tutte le sorti di commestibili sulle quali al camarlingo spetta il diritto di avere denaro.
“NOTA A . Nota dei diritti del camarlingo di questa magnifica comunità
Tutte le sorti commestibili che vengono a questo Ponte di peso o misura fuori che le commissioni di Livorno fatte da Pizzicagnoli; cioè forestieri e isolani
Ogni peso di botte d’olio con il cantoro di S Bartolomeo che tira ( ) 1500 lire -.-10.-
Ogni peso del secondo cantoro che tira ()500 di tutte sorte commestibili come cacio sapone, carne salata e pasta di Genova et altro lire -.5.-
Ogni cesta di pasta di Napoli “ -1.8.-
Ogni sacco di tutte le sorti legumi o castagne o farina di dette “ -.1.-
Ogni bilancio per vendere pesce e tutte le sorte robe che si vende a minuto ogni giorno “ -.2.-
Quando si vende l’olio a minuto si da misura di fiasco,boccale,mezzetta e quartuccio
ogni giorno “ -.2.-
Quando si vende vino forestiero a minuto per due giorni ,il giorno “ -.8.-
E li altri giorni poi “ -.2.-
Dandoli però le suddette misure scandaglio di barili e botte essendo in quantità
Il primo () “ -.8.-
E il resto due soli l’uno “ -.2.-.
Ogni misura di vino che rifanno queste cantine ma vi è la spesa allo stagnaio “ -.2-.
Ogni bestia che viene allo stabulario otto scudi il giorno che deve il detto Camarlingo farla custodire “ _.8_.
Per deposito di detta bestia “-.10-.-
Vendendo la suddetta viene al Camarlingo un soldo per lira fino in lire 40 ed al resto in su
un quattrino i per lira “ ,-,-,-,-
Ogni gravamento fatto in questo tribunale essendo in Città per il deposito “.-.-10.-.-
Ogni gravamento in campagna per il deposito “_.-. 10.-.-
Per la gita “ 2.-.-.
Ogni effetto che viene al subasta dopo trombato tre volte non vendendo
per la sede pubblica “ -.13.4 –
E vendendo un soldo per lira fino in lire 40 e dal resto in su un
quattrino per lira “ _._._
Andando bastimenti in frodo per qualche contrabbando si consegnano al camarlingo
con le robe e attrezzi e li viene due lire il giorno “ 2.-.-.
poi rendere conto di tutte le robe consegnateli
(Vincenzo degli Alberti.Idem come sopra .“N 10.Memoria sopra la comunita di Portoferraio Nota A “Nota dei diritti del Camarlingo di questa Magnifica Comunità”. Senza numero di pagina )
Marcello Camici
Nota dei diritti del camarlingo di questa magnifica comunità
Il camarlingo ha la sua sede nel palazzo della biscotteria.
Ce lo fa sapere Vincenzo Coresi del Bruno “…vicino alla piazza d’arme fabbricarono un gran palazzo con cantine sotterranee,stanzoni per più usi,forni grandi per cuocere il pane ,caldane, arsenali,armeria,farineria e più quartieri per i ministri sì come per scrittori per computisti,alloggio per il provveditore delle Fabbriche e Camarlinghi.E perché nei suddetti forni si cuoceva il biscotto per ciurme delle galere e per i lavoranti delle opere ,ai quali si dspensava giornalmente,la nominarono la Biscotteria.Entro di questa ancora ci sta tutto il denaro del Principe assai ben custodito e guardato .La detta fabbrica è assai magnifica,assai alta di mura con cortile in mezzo al quale è posta una bellissima cisterna.Entro detto palazzo o vogliam dire per meglio intenderci,Biscotteria,non si può entrare che per un solo portone , e questo per maggior sicurezza di quanto vi si conserva…”
(Giovanni Vincenzo Coresi del Bruno.”Zibaldone di memorie “1729. Copia dattiloscritta conservata presso la biblioteca comunale di Portoferraio)
Rilievo della facciata principale della biscotteria 1761.Anonimo.Matita nera, penna e inchiostro
Foto di copertina: Facciata principale della biscotteria agli inizi del XX secolo