Nel manoscritto Vincenzo degli Alberti è descritto in dettaglio lo stato in cui si trova il Monte di Pietà nell’anno 1766 a Portoferraio. Si tratta di una memoria scritta a Sua Altezza Reale in cui si evince che il Monte Pio ha uno stato economico in buone condizioni, essendo le entrate maggiori delle uscite (lire 1700 annue le entrate e le uscite lire 900) e si evidenzia anche lo stato amministrativo cioè il personale (ministri) addetto al Monte con lo stipendio: i ministri sono il custode, il camarlingo, lo scrivano e il garzone.
Viene suggerito la creazione di un posto di stimatore dei pegni “per miglior regolamento di detto Monte Pio” stima che viene fatta dal custode il quale ha però anche altri impegni. Viene inoltre suggerito di ordinare ai ministri di tenere aperto il Monte Pio due giorni la settimana anziché uno con conseguente raddoppio de loro stipendio.
La Memoria termina con una serie di osservazioni tra le quali quella che “pare ancora opportuno di prescrivere che non possa darsi maggiore somma di soldo 5 sopra qualunque pegno ad effetto che il denaro sia principalmente impiegato in vantaggio dei poveri e non dei benestanti” essendo il Monte di Pietà sorto “per comodi dei più poveri”.
“N 13. - Memoria sopra il Monte Pio di Portoferraio
Nelle Costituzioni state fatte da S.A.R. in tempo che fu creato il Monte Pio di Portoferraio in sussidio dei poveri col fondo di pezze 1500 da 8/r pigliate dalla cassa di questa Abbondanza col permesso della prefata A.S., fra le altre si rilevano le provvisioni state assegnate ai respettivi ministri. Dopo qualche tempo per maggior sussidio dei poveri fu aumentato da detta Abbondanza il capitale al detto monte pio fino alle pezze 2000; e siccome con tale capitale ed acquisiti fatti con progresso di tempo vennero accrescere le fatiche alli detti ministri in viste di queste demandarono aumento e gli fu dato fino alle somme che di presente sono assegnate. Presentemente il capitale di detto monte Pio cogl’utili è cresciuto fino alle pezze 6000 circa in seguito di che vengono ad avere maggiori le fatiche dei Ministri e particolarmente del Custode cui è aggravato dai risichi e in specie colla stima dei Pegni essendo a carico suo i danni che possono incontrarsi in diversi generi di Pegni. In oltre gli antecedenti custodi riconducevano le polize ogni mesi quattordici col semplice accenno nella vecchia polizza e nei respettivi libri d’essere stata condotta e dovendosi ora secondo le nuove costituzioni rinnovare la polizza e poliziotto di ciascun pegno si riconduce la fatica la fatica è assai maggiore per tutti e perciò non può avere soddisfazione il pubblico con aprire il Monte un giorno della settimana come ordinano le costituzioni suddette.
L’uscita che presentemente ha il Monte Pio ascende a lire 900 annue fra provenzioni di Ministri, cambio di paga all’Abbondanza sopra la somma di lire 11500 a 3 per cento e spese di libri.
L’annua rendita è di lire 1700 circa non comprensivi gl’acquisti quelli per 2 per ciascheduna polizza sicchè l’avanzo annuale è indubitato. Per miglior regolamento di detto Monte Pio si crede converrebbe creare lo stimatore dei pegni con prescrivergli le sue incombenze ed assegnarli quella provvisione che sarà creduta conveniente e volendo lasciare tuttavia la stima a carico del Custode li sia considerato il maggior aggravio che da questa ne resulta. Ordinare ai ministri che il Monte sia aperto due giorni della settimana che uno totalmente desinato per ricondurre i Pegni ed altro la mattina per impegnare e il giorno per riscuotere.
E siccome le fatiche vengono ad essere duplicate così si crede conveniente siano maggiori le provvisioni dei respettivi Ministri affinchè possino fare il dover loro con supplire alle proprie incombenze e particolarmente quella di tenere in giorno la sera per poter vendere tutti li festivi senza verun riguardo quei pegni che vi saranno scaduti ed in tal maniere il Monte lucrerà assai più di quello utilizza di presente, starà in giorno di tutto e potrà benissimo soffrire l’aggravio delle provvisioni aumentate.
Nota delle spese annue del Monte Pio
Soprintendente per ricognizione annua L 40.5
Custode per provvisione annua L 152.5
Camarlingo come sopra L 119
Scrivano come sopra L 91
Garzone come sopra L 37.10
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Totale L 440
Cambio all’abbondanza al 3 per cento L 345
Spese di libbri annue L 90
Carta,inchiostro,penne, filo L 25
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Totale L 900
Osservazioni
La sopra descritta memoria stata presentata da Ministri del Monte Pio di Portoferraio sarà opportuno rimetterla all’esame della Deputazione dei Monti Pii sembrando che meritino riflessioni le instanze di detti ministri per dare i necessari provvedimenti fra i quali essendo il più importante che i pegni dopo quattordici mesi sieno riscossi o ricondotti o venduti per rendere fruttiferi i fondi di questo luogo pio e per poter aver sempre qualche capitale da sodisfare i poveri che sono in necessità di fare dei pegni.
In conseguenza per ottenere un tal fine pare indispensabile che il Monte stia aperto almeno due giorni della settimana e che tutti i giorni di festa si ponghino all’incanto i pegni non ricondotti.
Siccome poi può darsi il caso che stante la povertà di quel paese non possano cioè vendersi tutti pegni non ricondotti così potrebbe intimarsi al Pubblico, che non trovandosi da vendere in Portoferraio tali Pegni dopo un determinato tempo saranno i medesimi a risico dei Proprietari mandati a vendere a Livorno potendosi convenire col Monte pio di Livorno di un prezzo discreto per la trombatura.
Pare ancora opportuno di prescrivere che non possa darsi maggiore somma di soldo 5 sopra qualunque pegno ad effetto che il denaro sia principalmente impiegato in vantaggio dei poveri e non dei benestanti.
Rispetto all’aomento delle provvisioni che dimandano i Ministri sarà un articolo da esaminarsi dalla Deputazione dei Monti Pii che non si dubita avrà tutta la dovuta equità per detti Ministri fra quali si crede che meriti speciale considerazione il Custode che oltre il rischio di custodire e ricondurre i pegni fa ancora da stimatore et in conseguenza corre un rischio maggiore
Ippoliti Segretario“
(“ Relazione di Portoferraio fatta a Sua Altezza Reale dal conte Vincenzo degl’Alberti suo consigliere di stato.” Firenze 1766. Manoscritto Vincenzo degli Alberti. Senza numero di pagina. Biblioteca comunale di Portoferraio)
Marcello Camici
Nell'immagine di copertina “Memoria sopra il Mote Pio di Portoferraio”. Prima pagina