Si è tenuta nella mattina di ieri, mercoledì 2 marzo, presso la sede della Questura di Livorno, la cerimonia di intitolazione della sala riunioni alla memoria del brigadiere del Corpo delle Guardie di Pubblica Sicurezza Edmondo Bontempelli, cittadino di Marina di Campo, che perse la vita nel novembre del 1943.
Il brigadiere, fuori servizio, si trovava con molte persone in fila all'ingresso di un negozio di Tabacchi di via Garibaldi nella cittadina livornese in attesa di acquistare del tabacco che, come noto, durante la Seconda guerra mondiale, era soggetto a razionamento. Assistendo ai disordini causati da un milite della Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale (NDR: in termini più chiari un membro del corpo delle famigerate "Camicie Nere Fasciste") armato di moschetto, che con prepotenza intimidiva i presenti per evitare di dover rispettare il proprio turno, il brigadiere Edmondo Bontempelli cercò di ristabilire l’ordine, ma morì a causa di un colpo esploso contro di lui dal soldato. Questo atto costituisce uno straordinario esempio di virtù civiche ed esprime un senso del dovere così alto da giungere all’estremo sacrificio.
La cerimonia ha avuto inizio nel piazzale antistante la porta principale della Questura di Livorno che è stata riaperta dopo alcuni lavori di restauro reso possibile anche grazie all'opera degli studenti dell’Istituto “Colombo” che hanno realizzato il bassorilievo. Nel suo intervento il Questore di Livorno ha insistito sull'importanza della collaborazione con tutte le amministrazioni, comprese le istituzioni scolastiche. Alla cerimonia che è stata l'occasione per testimoniare la riapertura degli Uffici delle forze dell'ordine al cittadino, erano presenti anche il Prefetto ed il Provveditore agli studi di Livorno nonché i nipoti del brigadiere Edmondo Bontempelli. Dopo l’apertura simbolica della porta principale della Questura, davanti alla Sala in cui si svolgono le riunioni operative e la seguente benedizione, è stata scoperta la targa dedicata alla memoria di Edmondo Bontempelli. Questo momento è stato preceduto dal discorso di Alessia Cespuglio che ha ricordato la vicenda da lei ricostruita nell’opera teatrale “Fango rosso”.
Il tutto in base al Decreto del Capo della Polizia.