Il vangelo di oggi riporta il lungo racconto della passione di Cristo secondo Luca (l'evangelista che Dante chiama “scriba mansuetudinis Christi”, per il costante richiamo alla misericordia).
Dell'ampia narrazione, scelgo l'inizio dove Gesù annuncia il tradimento da parte di Giuda, però senza nominarlo espressamente (“colui che mi tradisce”). Immediatamente i discepoli cercano di capire chi sia fra i Dodici. E, subito dopo, litigano per sapere chi fra di loro è il “più grande”. Insomma, il desiderio di primeggiare, la volontà di potere, di possedere e dominare che costituiscono la radice del male. Una realtà che accomuna tutti, Giuda e gli altri discepoli, di corresponsabilità nel male.
Qualche breve annotazione.
La prima. Ci sono due logiche: quella del dominio-autoaffermazione-possesso e quella del servizio-umiltà-condivisione. Gesù sceglie la seconda che non salva se stesso ma offre all'umanità la possibilità di superare la spirale di male, rispondendo al male con il bene. E' la via che lo porterà alla pena di morte mediante crocifissione, sospinto dai diversi attori del male: i difensori del potere (religioso, politico ed economico), i delusi della sua nonviolenza e mitezza, la folla inconsapevole.
La seconda. Giuda, come sappiamo, sceglie di suicidarsi per pagare il suo sbaglio. Questo è il suo vero peccato: non aver accolto l'amore-perdono di Gesù. Questi lo ama sempre, tanto che su di lui dice “ahimè” (traduzione migliore rispetto al “guai”), che indica, da un lato, il lamento di tristezza per quest'uomo che non è riuscito a percepire fino in fondo il suo amore gratuito, dall'altro, che il suo male – come quello di tutti – ricade su Gesù.
Il terzo. Ancora sulla linea dell'amore. Tutto il vangelo è attraversato da gesti e parole che sottolineano la misura dell'amore, che è di essere senza misura (Agostino). La risposta di amore di Gesù non è mai stata condizionata dal merito o demerito ma solo dallo stato di bisogno della persona concreta. Tanto meno è presente la cosiddetta logica binaria (amico/nemico). Anzi, per colui che si considera tuo nemico – se vuoi seguire Gesù di cui ti nutri nell'Eucarestia – devi pregare e fargli del bene. E a colui che ti fa del male devi rispondere con il bene, che al vertice ha il perdono.
Questa domenica che precede la Pasqua è densa di motivi di riflessione sul fondamento del Cristianesimo, su quel mistero di morte e risurrezione presente nell'universo e manifestato nella vicenda di Gesù di Nazaret. Ognuno può trovare ispirazione per la mente razionale e la mente spirituale, nel proprio attuale contesto personale e collettivo, a livello locale e planetario.
Con un interrogativo e una certezza. La domanda terribile: cosa vuol dire per me tradire Gesù oggi? La certezza cristiana: nulla può separarci dal suo amore gratuito e totale, neanche i poteri e la morte.
Buona settimana santa!
(10 aprile 2022 – Domenica delle Palme)
Nunzio Marotti
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