A Rio Marina nell'estate 2022 tornano le residenze d'artista di Elba Del Vicino. E' online il nuovo bando: in palio una settimana di soggiorno all’Elba, per lavorare sulla ricerca, scrivere un nuovo pezzo, creare una nuova opera, coinvolgere e lasciarsi influenzare dal territorio.
Presso l'ostello L'Elba del Vicino, per il sesto anno consecutivo, durante la prossima stagione estiva, creativi e performers saranno ospitati con l'obiettivo di realizzare un proprio progetto artistico. Coloro che saranno selezionati esploreranno il territorio dell'isola, mettendosi in dialogo con la società locale. Scopo dichiarato: raccogliere suggestioni, seminare spunti e relazioni capaci di generare nuovi progetti artistici in una modalità informale e libera. Base di partenza del lavoro artistico la bellezza paesaggistica, le storie antiche e recenti, l'ambiente naturale, l'attualità sociale di questa meravigliosa isola, capace di offrire visioni nuove a giovani creativi provenienti da altri territori.
Il progetto vuole sostenere l’attività di produzione artistica sul territorio italiano con la convinzione che l’arte sia uno strumento fondamentale e significativo di cultura, inclusione, condivisione e attivazione del territorio e del senso di comunità. Si fa strada il concetto di welfare culturale inteso come modello integrato di benessere degli individui e della comunità attraverso pratiche artistiche di vario genere.
Cominciato nel 2017, il progetto ha ospitato più di novanta settimane di residenze artistiche, sperimentando sul territorio elbano la virtuosa funzione della proposta culturale nel benessere relazionale e del territorio. Il bando scade il 22 maggio 2022. Le settimane artistiche saranno presenti all'Elba dal 13 giugno al 8 settembre p.v.
A fronte del susseguirsi di stati di emergenza che stiamo vivendo, l’universo artistico, immaginativo e immaginale, rimane per gli organizzatori il modo più opportuno di riflettere, ripensarsi ed elaborare le sollecitazioni che ci arrivano dalla realtà sempre mutevole. Sostenuto lo scorso anno, in piena crisi pandemica, viene rimarcato in maniera ancora più forte oggi, mentre cominciamo ad abituarci a condizioni nuove di esperienza nel controllo della diffusione del contagio covid-19 e siamo colpiti da una nuova irruzione nel nostro quotidiano.
Tema della nuova edizione: "E il mio maestro mi insegnò com’è difficile trovare l’alba dentro l’imbrunire” cantava Franco Battiato, immaginando di camminare lungo la prospettiva Newski, ricordandoci quanto è complicato trovare una traiettoria sensata quando l’inverno non smette di finire e la primavera si fa attendere. Aspettiamo un nuovo inizio mentre ci troviamo a vivere una transizione interminabile, avvertendo tutta l’inadeguatezza dei paradigmi che stanno tramontando, senza avere ancora a disposizione, davvero, un modello alternativo per interpretare ciò che siamo chiamati a pensare e fare. Siamo in una terra di mezzo, tra curiosità e fascino per la ricerca e incertezza e transitorietà degli approdi. Stiamo vivendo come esseri umani qualcosa che è molto simile alla condizione adolescenziale, a quel lungo addio all’infanzia, al non più e non ancora, che caratterizza i percorsi di crescita e di cambiamento, così carichi di ambivalenze emotive. Per queste ragioni ci troviamo ad alternare momenti di autentica euforia per alcune intuizioni che sembrano anticipare il futuro, congedando definitivamente i modelli interpretativi ormai esausti, a momenti di delusione e frustrazione perché tornano antichi problemi e con loro i riflessi condizionati di risposte che speravamo fossero ormai superate.
Ma ciò che abbiamo acquisito è quanto sia il non prevedibile a governare la nostra vita. Lo stiamo emotivamente sperimentando in questi anni. Le nostre sicurezze sono state colpite letalmente. Il nostro modo di vivere, terribilmente improntato alla sicurezza viene scosso e vogliamo interrogare le emozioni e le ragioni che ci attraversano in questa situazione. Abbiamo costruito un mondo – o, meglio, un sistema – che non lascia spazio all’insicurezza, all’incerto, al non prevedibile. E da anni ormai questo sistema è apparso in frantumi. Quello che accade invece ci obbliga a riferirci inconsciamente al non prevedibile come condizione naturale. Il non prevedibile, l’incertezza, la probabilità sono tutti termini che annullano l’onnipotenza che abbiamo creduto di costruire.
Cosa si chiede agli artisti: di aiutarci, con i linguaggi che padroneggiano, in particolare facendo leva sul loro ruolo di sperimentatori visionari, interpreti ante litteram di avvenimenti futuri e anticipatore degli stili di vita, a com-prendere come abitare questa condizione e ad indicarci sentieri per coglierne in profondità le possibilità generative per continuare a descrivere il mondo nuovo e a viverlo in pienezza.
Informazioni e testo completo del bando sono reperitibili su www.elbadelvicino.com