Il vangelo di oggi presenta Gesù che parla del regno di Dio e si prende cura dei bisognosi. Ci si trova in una zona deserta e nel bisogno (di nutrirsi). I discepoli di Gesù propongono la soluzione individualista: ognuno pensi a come procurarsi il cibo necessario. Il Maestro, al contrario, dice ai discepoli di dare loro stessi da mangiare, mettendo a disposizione il poco che c'è. Così la folla è saziata e il cibo avanza.
Consapevoli che qui c'è il riferimento all'Eucarestia e che viene proposto per questa domenica di festa del Corpus Domini, vogliamo soffermarci brevemente sul metodo che emerge,. Come rispondere ai bisogni? Gesù dice: condivisione! E aggiungerei: condivisione organizzata (divisi in piccoli gruppi, per sfamare anche il desiderio di relazionalità e di accoglienza reciproca). Sappiamo quanto importante sia la necessità di pane (cibo), specie in questo momento in cui problematiche climatiche (desertificazione o eventi estremi) e belliche aumentano il bisogno, spingendo tante persone a cercare una via di sopravvivenza per i propri figli. Per Gesù la vera risposta è prendersi cura degli altri, cioè nutrire i tanti poveri materiali e spirituali (due dimensioni che molto spesso stanno insieme). In questo modo, i beni sono davvero benedetti e, inoltre, sono sufficienti per tutti – se condivisi si moltiplicano - in un pianeta più equo dal punto di vista degli stili di vita (si osservi l'impronta ecologica e il peso “consumistico” di risorse dei diversi Paesi del mondo).
Questo brano pone di fronte alle responsabilità personale e sociale: chiedersi se si sta vivendo nell'illusione (il cui esito è la morte di presente e futuro) o nel coraggio di dare vita all'umanità e alle future generazioni.
Nel rimando all'Eucarestia (“ringraziamento” perché tutto è dono da condividere), il miracolo dei pani (il vero pane è Cristo) è l'uscire dall'egoismo per prendersi cura degli altri. La conclusione di ogni Messa è l'invio al mondo con l'impegno di condivisione e solidarietà, quale conferma di ciò che si è celebrato e pregato (il mistero dell'Amore che si dona a tutti ed è dentro ognuno). L'attenzione alla persona è decisiva: come detto, si fa riferimento alla suddivisione della folla in piccoli gruppi. Possiamo considerarlo un invito a curare le relazioni ravvicinate, prossime, vincendo le tentazioni della massificazione, del virtuale, della disattenzione alla vita concreta. Ed è proprio il concreto, il “corpo”, uno dei significati dell'odierna festa.
Così, il Corpus Domini è la celebrazione della fraternità in Cristo, è espressione di un impegno che tende a consolidarsi e che si vuole diffondere nei luoghi di vita (il simbolo della processione). Fuori di questi significati resta una tradizione senz'anima o, se va bene, piacevole folklore.
(19 giugno 2022 – Domenica del Corpus Domini)
Nunzio Marotti
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