Domani, giovedì 25 luglio alle ore 18.00 si apre la mostra personale di Adriana Martorella, le cui opere saranno ospitate presso la Casa del Parco di Rio nell'Elba, dal 25 luglio al 04 agosto 2013. La mostra sarà aperta al pubblico da giovedì a sabato in orario 10.00-13.00 e 16.00-20.00, domenica invece dalle 10.00 alle 13.00.
Si tratta di opere originali che legano tecniche e amore per la tradizione insieme alla storia dell’Isola d’Elba anche il gusto per l’arredo della casa e per l’eleganza. Ogni oggetto realizzato diventa anche spunto per approfondire delle storie che nascono sull’Isola e che in molti casi raccontano qualcosa di particolare visto con gli occhi di chi cerca di attingere dal passato immagini che danno un senso al presente.
ADRIANA MARTORELLA - Mappa mundi
Le opere raffinate e particolarissime di Adriana Martorella superano la concezione di oggetto ornamentale parietale. L’utilizzo di materiali naturali come tela di lino antico, scampoli di asciugamani fatti su telaio a mano ricamati con punto a giorno, cera d’api, bacche di edera, ferro, spago, legno, miele … denotano l’alta professionalità tecnologica che unita ad una fervida creatività la allontanano dall’artigianato per sposare l’arte e divenirne parte integrante.
Adriana Martorella interpreta, attraverso grandi maestri del passato (XIII secolo) la poetica manieristica con squisita eleganza decorativa. Desiderio di rappresentare in piano la “sua” isola, l’Elba, collima perfettamente con il termine
“Mappa Mundi”, carte geografiche che fin dall’antichità venivano spesso realizzate su stoffa (=mappa). L’artista ha scelto questa modalità d’espressione per fare il punto su periodi precisi della storia e della civiltà, fornendoci, attraverso opere come “Tre leudi a Portoferraio (1950), “l’Elba nel 1500”, “Cuoco al molo di Campo” una grande quantità di informazioni dell’epoca nella quale l’opera è inserita, opere nelle quali ha concentrato un notevole sforzo intellettivo rendendoci testimoni di una insostituibile descrizione degli usi e costumi della sua terra. Realizzare una mappa geografica è associabile alla propensione dell’artista al desiderio inconscio di allontanarsi dal luogo d’origine, piuttosto che vagheggiare un futuro vaporoso ed elusivo l’autrice preferisce curvarsi sui fantasmi di ieri che non le impediscono di vivere l’oggi nella sua pienezza.
Chi come Adriana Martorella è nata e vive su un’isola oscilla tra claustrofobia e claustrofilia, tra odio e amore di clausura, tra il desiderio di espatriare e la lusinga dell’intimità di una tana. Nella produzione artistica l’insularità non è una segregazione solo geografica ma è quel qualcosa che porta con sé il senso di essere diversi, con il proprio orgoglio, con la propria diffidenza, il proprio pudore.
Nel dipinto “Tre leudi a Portoferraio” si percepisce la lenta indolenza di imbarcazioni ormeggiate che galleggiano in un angolo di mare tranquillo, il movimento morbido e silenzioso degli scafi, l’odore delle vele appena calate, poco prima gonfie di vento, adesso pregne di acqua e sale. Potremmo canalizzare le opere di Adriana Martorella in un comodo alveo di neoprimitivismo, mettendo da parte la ricchezza operativa, tecnologica ed intellettuale dell’artista, e calarci nella natura e nella cultura, immergerci nelle trasparenze dei colori bruni delle sue campiture, negli ocra delle sue velature, riuscendo, forse, a decodificare l’inconfondibile cifra di un’anima.
Maria De Michele
LE PAROLE DELL'ARTISTA
Non sono una di quelle persone -designer o artisti- che hanno frequentato un qualche prestigioso istituto oscuole specializzate… ma l’arte ce l’ho sempre avuta nel sangue: da ragazzina passavo i pomeriggi con mia zia seguendo le sue lezioni di cucito, che in seguito ho portato avanti da autodidatta con grande passione, fino alla realizzazione di abiti da cerimonia e vestiti da sposa.
Negli anni ho avuto modo di sviluppare questa mia attitudine e passione per i lavori artistici e così ho iniziato a spaziare anche nel campo dell’architettura e design da interni, disegnando mobili per il bagno, per la cucina, lampade e caminetti.
Il passo successivo è stata la pittura, grazie alla quale sono riuscita a trovare la mia strada e dipingere le mie passioni: la storia della mia terra, l’Isola d’Elba, l’amore e il rispetto per la natura così come per le persone che l’hanno vissuta prima di me.
Da qui ho iniziato a studiare tecniche di pittura con colori assolutamente naturali (addirittura locali), ricercando su antichi testi ormai dimenticati di pittori medievali e rinascimentali, imparando così a mescolare miele e farina con uova
e minerali, per ottenere delle magiche miscele che hanno ridato vita a personaggi di immagini ormai sbiadite e offuscate dal tempo.
Sono squarci di storia, attimi della vita quotidiana di persone dall’animo semplice: contadini, barcaioli, pescatori, massaie…che nella loro semplicità avrebbero avuto da insegnare tanto a noi, persone “emancipate”, che ancora non hanno capito quanto sia importante vivere in armonia con la natura e con i ritmi della nostra Terra, che abbiamo ormai perso il valore e l’importanza che ha la natura per le nostre vite.
I matreiali sono quasi tutti di recupero: dalle tele recuperate nelle vecchie cantine ai legni trovati sulla spiaggia o nel bosco, alle polveri minerali raccolte vicino alle miniere dell’isola.
“Il tutto con umiltà e nel massimo rispetto
per le persone che sono vissute prima di me
e che hanno fatto la storia nei secoli passati”
Adriana
LE TECNICHE
Le tele vengono dipinte con colori assolutamente naturali, ricavati da minerali dell’isola come zolfo, ferro e minerali o leghe come rame e terra di Siena o dal caffè, dalle bucce di cipolla rossa e bacche per i colori rosati.
Questa tecnica risale alla metà del XIV secolo ed è ormai andata perduta (le uniche testimonianze si hanno in un testo di Cennino Cennini, scritto nel ’500 in italiano volgare): le tinte ricavate vengono poi mescolate a farina e miele per ottenere una base collosa da stendere sulla tela in modo da fissare i colori e indurire il tessuto.
Il messaggio che voglio trasmettere alle persone è soprattutto quello del rispetto per la natura e per il passato.
Le tele sono in tessuto naturale di misto cotone e lino, oppure di puro cotone e lino, anch’esse ricavate da vecchi pezzi di stoffa recuperati da anziane signore o nei mercatini di antiquariato, risalenti tra la fine del 1700 alla fine del 1800.. a volte si tratta di lenzuola, altre volte di brandine militari, altre ancora di tessuti grezzi usati dai contadini nelle cantine per coprire i mucchi del fieno o per contenere il frumento (le cosiddette balle).
Le immagini che vengono rappresentate sono riprese da libri dell’archivio storico della biblioteca di Portoferraio e ritraggono scene di vita quotidiana degli isolani oppure vecchie mappe dell’Elba risalenti al 1400-1500, quando le coste venivano saccheggiate dai pirati arabi e corsari.