Con la chiarezza delle intenzioni e degli scòpi espressi nello statuto, la società operaia di mutuo soccorso ebbe rapida e capillare diffusione in tutta l’Italia. Intenzioni e scòpi dovunque sempre rappresentati dallo stesso stemma: due mani che si stringono fortemente insieme.
A Fusea,un piccolo paese nel Friuli Venezia Giulia, una lapide ancora oggi lo ricorda.
Nonostante la chiarezza delle intenzioni e degli scòpi espressi nello statuto, la società operaia di mutuo soccorso aveva alcuni problemi in primis la scarsa partecipazione da parte degli operai.
Un disinteresse dovuto a vari fattori non ultimo il livello davvero basso dei salari che non permetteva di pagare la quota associativa, per quanto piccola, nella cassa di assistenza.
Il problema era presente non solo all’Elba ma un pò in tutte le società operaie di mutuo soccorso dell’ottocento.
Disinteresse forse legato al fatto che l’elemento operaio era sopraffato da soggetti colti della borghesia (avvocati, medici, ecc) e, contro questa situazione che dava di fatto a loro la direzione delle società e dei congressi, si levava di tanto in tanto qualche protesta .Gli avvocati erano infatti bravi oratori ma spesso non avevano bene idea di quali fossero le condizioni di vita e quindi le rivendicazioni dei lavoratori.
La società operaia di mutuo soccorso di Portoferraio dimostra in modo chiaro come l’iniziativa e poi la direzione e l’indirizzo restano sempre saldamente in mano ai notabili locali,spesso avvocati.
Notabili locali che vedevano nell’associazionismo anche un modo per contenere le spinte rivoluzionarie delle classi più povere e che, qualche volta, hanno cercato di sfruttare per motivi elettorali.
L’impostazione che ne derivò fu dunque prevalentemente di tipo paternalistico come appare anche dai discorsi di Cesare Hutre, primo presidente della società.
Tuttavia questa forma di associazione mutualistica ebbe poi importanti conseguenze sul successivo sviluppo e sulle conquiste del movimento operaio e dei diritti di chi lavora.
In particolare ciò accade a Portoferraio quando la nascita degli stabilimenti altiforni ,nei primi anni del secolo ventesimo, portò ad una forte concentrazione di lavoratori operai che andò progressivamente crescendo tra il 1900 e il 1911.
Nell’ambito di questa forte concentrazione operaia costituita da ex contadini, ex artigiani, ex braccianti il paternalismo borghese con la sua più caratteristica espressione, il mutualismo, non ebbe più influenza, e nascono allora le leghe operaie.
Tra le leghe dei lavoratori portoferraiesi, che sono unioni di operai all’interno dello stabilimento siderurgico, si ricordano: la lega degli operai all’acciaieria, degli operai agli altiforni, degli operai all’officina manutenzioni, la lega fuochisti e macchinisti, operai ai fornetti a coke, caricatori e scaricatori al ponte Hennin, operai del carburo, operai dei motori e, infine, la lega mista.
Fu istituita una succursale della camera del lavoro all’isola d’Elba con sede a Portoferraio.
Il 2 aprile 1902 venne costituita una sezione del partito socialista, la prima all’Elba.
Il 29 giugno 1911 ha inizio uno sciopero: gli operai dell’alto forno n. 2 chiesero alla direzione dello stabilimento siderurgico di riportare da 6 a 8 il numero dei lavoranti addetti al campo di colata.
Il direttore si rifiutò.
Questo episodio fu l’innesco per uno sciopero, una serrata che durò per quattro mesi con manifestazioni, cortei e proteste.
Lo sciopero aveva radici più profonde legate alla conflittualità nata tra direzione e lavoratori a seguito degli infortuni, ulte e prepotenze di cui gli operai erano stati vittime.
La cronaca di quegli avvenimenti è descritta da Riccardo Marinari (Cfr pg 112-134 di “Lo sciopero del 1911 “ R. Marinari. ivista italiana di studi napoleonici. N.2.Anno XXIV. Biblioteca comune Portoferraio)
Marcello Camici
Foto di copertina - Foto di gruppo degli operai all’interno dello stabilimento siderurgico di Portoferraio nel settore del montacarichi. Da notare la presenza di ragazzi che venivano impiegati per i lavori più leggeri. Aluni operai si possono vedere con zoccoli e grembiuli di pelle molto spessi: erano addetti al campo della colata. Foto risalente ai primi anni del novecento scattata dal fotografo Tito Piccini di Portoferraio, ex garibaldino.
Foto 1 - Lapide marmorea nella piazzetta del paese di Fusea nel Friuli Venezia Giulia. In alto è visibile scolpito lo stemma della società operaia di mutuo soccorso: due mani che si stringono fortemente.
Foto 2 - Ponte Hennin dello satabilimento siderurgico di Portoferraio per il carico delle navi mercantili. Immagine riferibile ai primi anni del novecento. Sullo sfondo il fronte di attacco delle fortezze quando ancora non erano state costruite le palazzine e quando ancora era presente la tonnara abbarbicata alle mura mediceo-lorenesi.
Foto 3 - Operai dello stabilimento siderurgico in sciopero in corteo durante una manifestazione a Portoferraio. Primi anni del novecento.