Va dato merito al Sindaco di Capoliveri, Walter Montagna e a chi con egli collabora, Chiara Ridi e Francesco, per la rassegna 'Autori in Vantina' di averci creduto, nonché a Silvia di MardiLibri per la direzione artistico-organizzativa, per aver insieme azzeccato una bella e partecipata rassegna di presentazioni librarie, della quale l'incontro con VERA GHENO del 26 agosto (presentata dal Prof Marco Ambra) ha rappresentato un riuscito esempio.
Libro della serata 'FEMMINILI SINGOLARI, Il Femminismo É Nelle Parole' un'analisi delle abitudini linguistiche che, dietro la presunta neutralità della declinazione maschile utilizzata per definire ad esempio le professioni svolte da donne, cela invece, dietro quella che si interpreta come un fatto linguistico, una regola di potere sociale.
"Lingua realtà società sono una treccia che va tenuta insieme" ci dice l'Autrice, per vent'anni all'Accademia della Crusca, docente e scrittrice. "Cosa serve nominare al femminile la professione? Contribuisce a modificare il modo in cui pensiamo". E qui c'è tutta la lezione dell'immenso TULLIO DE MAURO: "Le parole non sono strumenti per esprimere il pensiero, al contrario sono condizioni per poter pensare".
Le parole quindi ci cambiano.
Vogliamo noi cambiare? Questo il punto, che Vera Gheno affronta in maniera soft, l'unica possibile, lasciando ad ognunə libertà di scelta, ma cercando comunque di affrontare la questione. E così, con questa letterina ə, che si chiama 'schwa' ed é un suono neutro per consentirci di usare sempre un linguaggio inclusivo per ogni sensibilità, anche intermedia, di genere, é stata introdotta, nella seconda parte della serata, la questione dei tentativi che stanno prendendo piede nel dibattito sulla inclusività della lingua.
Con grande disinvoltura di linguaggio, dall'aulico al popolaresco, e di battuta, l'Autrice é stata accompagnata da convinti applausi al termine di ognuna delle tante domande rivoltele dal pubblico.
Il femminile nella lingua - ci ha ricordato - esiste da sempre, nel latino classico e medievale ad esempio. Il femminile, in sostanza, é sempre esistito: che venga usato o meno é questione di potere, un potere (patriarcale) dalla cui liberazione quotidiana abbiamo tuttə da guadagnare, uomini compresi. La vera ideologia, insomma, é quella di non usare il femminile quando ci vuole, utilizzando il frusto alibi che il maschile sarebbe neutro, e che 'sindaca' o 'assessora' suonerebbe male; ci si può abituare e succederà.
Lo stesso titolo della rassegna che ha ospitato Vera Gheno, 'Autori in Vantina', senza l'aggiunta di 'e Autrici' ci fa capire che è necessaria molta indulgenza verso noi stessi (pardon, stessə), molta autoironia ma col pensiero volto al cambiamento necessario.
CR
Foto di Berta Salvador Lozano