Non solo musica classica: sabato 3 settembre a Capoliveri e domenica 4 a Marciana Marina, la 26esima edizione del festival “Elba Isola Musicale d’Europa” si apre infatti al jazz, in una delle sue diramazioni più originali, e alla canzone d’autore, con un omaggio a Bob Dylan.
Sabato 3 settembre all’Anfiteatro La Vantina di Capoliveri (ore 21.15; ingresso gratuito) il Festival ospita uno dei più interessanti chitarristi oggi in attività: Lionel Loueke.
Originario del Benin, Lionel Loueke, che è anche personalissimo cantante, è uno degli artisti più singolari e innovativi della scena musicale mondiale, figura ampiamente riconosciuta in ambito jazzistico come in quello della World Music. Il suo album più recente, dal titolo HH e pubblicato dall’inglese Edition Records, è una tappa fondamentale nell’affascinante viaggio sonoro intrapreso da Lionel Loueke: è un sentito omaggio all’arte del suo mentore, il pianista Herbie Hancock, con il quale il chitarrista ha iniziato a suonare nel 2005 e di recente ha compiuto un applauditissimo tour europeo che ha fatto tappa anche a Umbria Jazz. Prendendo a prestito le composizioni più famose di Herbie Hancock (tra cui “Cantaloupe Island”, “Watermelon Man” e “Rock It”), ma anche altre meno conosciute, Loueke ha impresso loro il suo suono personale, una fusione del linguaggio jazzistico con elementi africani: l’album è, infatti, un tributo a un musicista che ha cambiato il volto del jazz sin dagli anni Sessanta, fondendolo con il funk e poi con l’hip hop, ma anche una versione avvincente e unica di questa stessa musica. Con un artista come Lionel Loueke i luoghi comuni sono accuratamente evitati grazie a una spiccata inventiva.
Domenica 4 settembre Marciana Marina (Piazza Vittorio Emanuele, ore 21.15; ingresso gratuito) farà da cornice a “Bob Dylan: Layers of Skin and Slippery Grey”, omaggio al Premio Nobel per la Letteratura del 2016 ad opera di David Riondino, nelle vesti di voce recitante, e del cantante e chitarrista Pietro Brunello.
David Riondino, attraverso la sua colta ma spigliata narrazione, e Pietro Brunello, con le sue personali interpretazioni delle canzoni, interloquiscono tra loro raccontando l’onda dylaniana che in oltre sessant’anni ha travolto, in maniera simile, generazioni distanti tra loro. La dimensione artistica e quella umana di Bob Dylan vengono così chiarite e approfondite nel ripercorrere i momenti più rilevanti della sua carriera, a partire dagli album che lo hanno reso celebre, passando per i numerosi e repentini cambi di direzione, fino ad arrivare al Never Ending Tour e alle più recenti pubblicazioni. Una decina le canzoni che si ascolteranno, pescate tra i vari periodi di un immenso songbook: “The Times They are A-Changin’“, “A Hard Rain’s A Gonna Fall”, “It’s All Over Now Baby Blue”, “Mr. Tambourine Man”, “Lay Lady Lay”, “Jokerman”, “One More Cup of Coffee”, “Forever Young”, “Not Dark Yet”.
Pietro Brunello canta mentre scorrono su uno schermo i testi in inglese e in italiano. Riondino accompagna i racconti musicali indagando in scioltezza sui misteriosi rapporti tra generazioni, e sul dato interessante della fascinazione della poetica di un anziano giullare come Dylan nei confronti di un ventenne veneto: «Insieme discutiamo in scena su quali correnti si incontrano, quando lo sguardo di un giovane di mezzo secolo fa si rinnova e accende lo sguardo di un giovane contemporaneo. E quanto ancora ci può dire Dylan, riunendoci insieme in una serata di poesia e musica», specifica lo stesso David Riondino.
Toscano verace, classe 1952, David Riondino è un artista multiforme, capace di esprimersi con innata verve sia in teatro che al cinema, in televisione e in radio. Tra il 1973 e il 1979 ha dato vita a Firenze con altri artisti al Collettivo Victor Jara, inizialmente concepito come gruppo musicale legato al repertorio popolare e “impegnato”. Il primo suo disco importante è David Riondino, pubblicato nel 1978. Seguiranno la tournée di Fabrizio De André con la PFM, che Riondino apre per tutta la durata, e altri dischi: Boulevard, Tango dei Miracoli, Racconti Picareschi, Non svegliate l’amore, Temporale, La cantata dei pastori immobili (con Stefano Bollani) e altri ancora. La sua attività teatrale va da “Romanzo Picaresco” (1989) all'esperienza con Paolo Rossi in “Chiamatemi Kowalski” e a “La commedia da due lire” (1990) per continuare con “Paesaggi dopo la battaglia” (1991), “Seminario sulla verità” (1992), “O patria mia” (1993/94) con la regia di Giuseppe Bertolucci. Gli ultimi spettacoli realizzati da Riondino rappresentano sempre di più la scelta di un teatro all'insegna della commistione di generi fra poesia, satira, testi classici più o meno noti e musica dal vivo.
Pietro Brunello è un giovane cantautore e chitarrista. Nato nel 1998 a Castelfranco Veneto si è poi trasferito a Torino. Centrale nella sua attività è l’influenza di Bob Dylan, a cui ha dedicato lo spettacolo Layers of Skin and Slippery Grey in collaborazione con David Riondino, ideato per il festival La Fiera delle Parole di Padova e poi ripreso in più occasioni. L’approfondimento e l’interpretazione del repertorio dylaniano, vero e proprio punto di partenza dell’attività di Pietro Brunello, ne sono tutt’ora un elemento sostanziale. Nel 2021 è ospite dello Sponz Fest, sotto la direzione artistica di Vinicio Capossela, dove si è esibito in Bob Dylan all’osso: Dal Bootleg “More Blood, More Tracks”, un’interpretazione dei brani attraverso i quali Dylan si è mostrato in un’inedita intimità scarnificata. In seguito ha partecipato a DIG-Festival Internazionale del Giornalismo Investigativo con un set dedicato alla canzone come mezzo di amplificazione della denuncia.
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