Fiumi di parole scorrono in questi giorni di fine e inizio d'anno. Gli auguri, le speranze si mischiano con le analisi degli eventi dell'anno trascorso. Tempo di bilanci, anche personali, e di progetti.
Il vangelo di questa domenica , che coincide con il Capodanno, presenta la scena di stupore, di lode e di gioia attorno a quel bambino adagiato nella mangiatoia. Tra l'entusiasmo e il vociare dei pastori, Maria, la madre di Gesù, in silenzio “custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore”.
Il silenzio caratterizza tutte le situazioni in cui Maria appare nei racconti evangelici. Solo a Cana pronuncia poche parole rinviando l'attenzione alle parole di suo figlio (“fate quello che lui vi dirà”).
Questo giorno è l'occasione per riscoprire il silenzio. Un silenzio non vuoto ma fecondo.
E' quanto mai opportuno recuperare la capacità di custodire gli eventi che attraversano la nostra esistenza di persone non isolate ma interconnesse a livello planetario. Una custodia caratterizzata dalla meditazione nel cuore. Non quindi solo la riflessione razionale, necessaria ma insufficiente, bensì attenzione del cuore, ascolto profondo, contemplazione. Potremmo dire, con papa Francesco, una saggezza evangelica che ci consente di abitare il cambiamento.
Un invito al silenzio che si allinea con la Giornata mondiale della Pace che si celebra oggi. Il silenzio favorisce quella pace interiore senza la quale il cuore non riesce a disarmarsi. Sì, perché la violenza nasce dall'interno dell'uomo e si ripercuote nei suoi pensieri e nelle sue relazioni e investe le famiglie, i gruppi, la società e le nazioni. Solo uomini pacificati, sempre in cammino, possono costruire ponti e non muri, inclusione e riconoscimenti reciproci, cura delle ferite, perdono nel rispetto della memoria.
(1 gennaio 2023 – Maria Madre di Dio e Regina della Pace)
Nunzio Marotti
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