Il vangelo di questa domenica parla di Gesù che si trova a Cafarnao. Si tratta di una città situata sulla via del mare, quindi luogo di passaggio e di incontro di genti diverse, di culture e tradizioni religiose, di sogni e di progetti, di persone con esperienze di gioia e di sofferenza, di fiducia e di disperazione. Cafarnao è il mondo di oggi, è la nostra società, è le nostre città.
La ricerca dell'uomo, seppure per strade diverse, è instancabile. Sicuramente ognuno cerca di vedere chiaro, di capire la realtà, di scorgere una direzione che dia senso al proprio esistere. Talvolta si ha la sensazione di essere nelle tenebre, impedimento ad una visione sufficientemente chiara. Che fare?, ci si chiede. Il vangelo, citando il profeta Isaia, dice: “il popolo che abitava nelle tenebre vide una grande luce, per quelli che abitavano in regione e ombra di morte una luce è sorta”. Il rifermento è evidentemente al Cristo, luce del mondo. Gesù-Luce-Amore si presenta agli uomini annunciando il regno di Dio, cioè se stesso. Nella sua persona si incontrano divinità e umanità: il regno è questa comunione nuova e potente di Dio con gli uomini e, di conseguenza, degli uomini fra di loro. Per entrare nella logica del regno, è necessario assumerne la mentalità, superando ogni istinto a separare e imparando a mettere al centro la realtà dell'amore che conduce ad unità pur nella distinzione.
A questa rivoluzione dell'amore sono chiamati a partecipare tutti gli esseri umani, divenendo come Pietro e gli altri, vale a dire pescatori di uomini alla vita, senza altro interesse che “la salvezza di quanto di umano e di divino è nell'uomo” (G. Vannucci).
In questa rivoluzione ci si impegna non per calcolo di ragione, ma se si è attratti dal fascino dell'amore, incarnato in esseri che ne sono trasformati nell'interiorità e che ne dimostrano la possibilità con i fatti. La forza dell'amore si diffonde per contagio e va costantemente alimentata, da una parte, coltivando in sé la relazione di unione con il divino che è in ciascuno di noi, e, dall'altra, gettandosi nella mischia, donandosi nel servizio, non esente da rischi, a chi ha bisogno di un po' di luce, di coraggio, di speranza, di affetto e amicizia, perché la vita si espanda e diminuisca il sapore amaro dell'isolamento, della chiusura in se stessi, del soffocamento per il bisogno e per le gabbie delle nostre idee e delle ferite del passato.
L' Amore è sempre in attesa, sulle nostre strade. E' discreto, la sua forma è l'umiltà e la mitezza. Si offre a chiunque apra appena uno spiraglio. E mai delude.
(22 gennaio 2023 – 3^ Domenica Tempo Ordinario)
PS – Un quadro di metà dell'Ottocento, intitolato “Luce del mondo”, mostra Gesù che bussa ad una porta senza maniglia. L'autore, l'inglese William Holman Hunt, volle così indicare che la porta del cuore umano si apre solo dall'interno.
Nunzio Marotti
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