Il mare esercita un’influenza particolarmente benefica sull’isola e questa si manifesta sul clima e sulla relativa temperatura con inverni tiepidi ed estati battute da venti freschi.
All’Elba, l’influenza del mare si fa sentire anche nelle parti più interne, viste le coste molto articolate, grazie anche a una corrente di superficie del Mediterraneo occidentale che, risalendo il Tirreno e toccando le coste del Lazio e della Toscana, arriva alle isole dell’Arcipelago.
Sulla base degli studi e delle osservazioni del Roster, eseguite fra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento, risulta che le medie annue delle temperature invernali, all’Elba sono più miti di quelle osservate per la costa toscana e addirittura di quella napoletana: le cicadee e le palme, impiantate dallo stesso Roster, nel Giardino Botanico dell’Ottonella ne sono chiara testimonianza. La modesta variazione delle temperature con una relativa uniformità termica, sia diuturna, sia annuale, determina la caratteristica fondamentale del nostro clima; cui va aggiunta la luminosità dei giorni sereni, per cui il cielo dell’Elba, con la grande quantità di luce riflessa dal mare, dona all’osservatore uno dei paesaggi più intensamente colorati che si può osservare a queste latitudini. Le pitture di molti macchiaioli e post-macchiaioli, fino alle splendide ‘luci’ iconografiche di Lloyd, confermano queste osservazioni.
L’andamento delle piogge invece ha analogie con il meridione d’Italia, con piogge irregolari e periodi di siccità, collocabili da maggio a settembre; mentre il periodo di piovosità è concentrato nei mesi autunnali e invernali. Nella stagione invernale non mancano violenti temporali e nubifragi spinti all’Elba da venti di scirocco e tramontana. Nell’inverno predominano i venti più conosciuti: la Tramontana (N.), il Grecale (N.E.), il Maestrale (N.O.) e lo Scirocco (S.E.); nella primavera e nell’estate sono più presenti il Maestrale e lo Scirocco, mentre in autunno il Grecale, la Tramontana e il Libeccio (S.O.). Questi venti, provenienti da diversi quadranti, rinnovano l’aria in continuazione, per cui essa è molto salubre, con pressione atmosferica uniforme e normali gradazioni di umidità.
L’isola è solcata da numerosi corsi d’acqua, ma nessuno di questi può essere definito fiume: ciò è dovuto dalla ripidità dei versanti montuosi e dalla scarsità delle acque. Le uniche vere sorgenti creano a dei ‘fossi’, come quelli di Marciana, di San Francesco e di Rio; si tratta di torrenti che in numero elevato azionavano numerosi mulini ad acqua.
Oltre i tre citati corsi d’acqua sono il Fosso di Seccheto, il Fosso dell’Inferno e Fosso Patresi; altri torrenti e torrentelli hanno corsi relativamente brevi in tutti e quattro i versanti e sono privi di anse e tortuosità. Nella parte occidentale, il più notevole, lungo circa sette chilometri, è il Fosso di Marciana nel quale affluisce prima il Fosso di Pedalta, proveniente dal Monte di Cote e poi il torrente Nivera. Verso occidente, alimentati da sorgenti che sgorgano dalle pendici granitiche, sono il Fosso di Patresi; verso Sud il Rio Seccheto; il Fosso di San Francesco, che scende da Le Calanche e il Fosso della Pila.
In alto a destra sono molti invasi per azionare i mulini ad acqua
La parte centrale dell’isola è solcata dal Fosso della Madonnina, che va a sboccare nella rada di Portoferraio, dopo aver raccolto le acque di numerosi torrentelli nella valle di San Martino.
Verso meridione se ne trovano diversi altri che sfociano nel golfo di Lacona e della Stella.
Nella parte orientale dell’Elba, essi hanno contribuito alla formazione della conca pianeggiante del Cavo, mentre il Fosso di Rio Albano, sfocia nella spiaggia omonima. Il Rio, dal toponimo latino Rivus, che si forma alle pendici del Monte Capannello ed è ingrossato dalle sorgenti copiose che sgorgano nei pressi di Rio nell’Elba, ha dato il nome anche alla borgata marinara di Rio. Sempre in quest’area verso meridione è il Rio di Ortano che termina nell’omonima spiaggia e il Fosso di Acquaviva. Dalle pendici occidentali del Monte Castello scende il Fosso della Valdana, che cambia direzione verso Sud e sfocia nel golfo Stella, passando per il Piano di Mola. Gli altri piccoli rivi che scorrono in altre aree dell’isola hanno scarsa importanza.
Le sorgenti naturali sono numerose, ma concordo pienamente con quanto scritto dal Pullè nel secondo Ottocento, nella sua interessante ‘Monografia Agraria’ secondo cui queste erano assai più numerose in epoca etrusca e romana, quando l’isola era coperta di boschi, mentre ora le sole sorgenti di Marciana e di Rio Elba si mantengono copiose. La regione più ricca di acqua è quella granitica occidentale che è rigogliosa di boschi. Molte delle sorgenti che sgorgano a Marciana e a Campo sono state allacciate con il condotto dell’acquedotto di Portoferraio.
Fra le più notevoli si ricordano: la Sorgente Meloci e delle Macinelle; la Sorgente del Napoletano utilizzata per il comune di Marciana Marina; la Sorgente Catenacci sul Monte Orello, che alimenta l’acquedotto di Capoliveri; la Fonte detta dei Canali, che fornisce buona acqua al paese di Rio Elba; la Sorgente di Acquaviva, che è utilizzata per Porto Azzurro e infine la Sorgente cosiddetta ‘Marziale’, nella località di Vigneria, acidula e contenente sali di ferro, una volta assai rinomata come acqua curativa e medicinale.