La recensione del poeta e giornalista elbano Manrico Murzi del libro "Un Arcipelago di voci - Poeti delle isole toscane per l'ecologia integrale".
La varietà è tenuta assieme dalla vicinanza. Un raffinato dipinto di Mimma Cuffaro Ferruzzi dal titolo spagnolo nevèra, ghiacciaia in italiano, domina la copertina di Arcipelago di voci, un libro che invece è una caldana di affetti e di propositi. Lo stesso dipinto è angolo di grazia e bellezza del Creato lodato da Francesco d'Assisi.
Elegante edizione curata da Fabio Strinati di Foglio Letterario in Piombino, dalla quale cadono sulle sette isole inzuppate nell'acqua salata, lodi e carezze poetiche di ben trentasette poeti che Nunzio Marotti, con il contributo di Sandra Palombo e Claudio Damiani, è riuscito a mettere assieme.
La raccolta è dedicata a Papa Francesco, ai poveri e alla madre terra. Lo spirito dell'impegno svolto ha dunque un sapore religioso, ma le voci sono laiche, commosse, appassionate. Il testo è arricchito da interpretazioni di vari autori ed è difficile aggiungere o arricchire quel che è già sontuoso.
I testi contengono lamentazioni di approccio ecologico alle quali seguono i canti affettuosi degli innamorati dell'Elba e delle sue sorelle. Si ricorda con passione la nautica tragedia del Giglio, e poi segue un canto dove la parola prende dal mare il colore azzurro. L'onda investe lo scoglio con furia, accarezza scogli sassi o sabbia e abbraccia la terra che sempre respinge l'aggancio; e poi c'è la vita tra i tralci delle vigne, sui prati delle colline, sugli orli superbi dei monti con giochi di luci e ombre, silenzi e rumori. Tutto lascia tracce benefiche. Le orme dell'Uomo, a lavoro o vagabondo, rimangono, ma non restano i segni dei pesci nel mare e degli uccelli nell'aria. E appaiono le parole amare senza riserva e farsi male del dolore altrui, che lanciano il messaggio di grande valore che sta nell'intenzione dell'opera.
La presenza delle sonorità nelle spiagge deserte delle isole e degli sparsi scogli, ma anche nel fitto dei boschi e dentro al nudo delle montagne, ci dice quanto la Grande Energia non finisca di sorprenderci con la sua generosità, e con il suo emanare di continuo benefici e grazia. Il tutto da proteggere e curare.
Manrico Murzi