La storia della Fonte di Napoleone è in un libro scritto da Paolo Ferruzzi e Silvestre Ferruzzi, edito da Persephone Edizioni a cura dell’Accademia del Bello, con il patrocinio del Comune di Marciana e il contributo di SEAM Acqua oligominerale Fonte Napoleone, Pro Loco Marciana Elba e Circolo Amici di Poggio.
Il volume sarà presentato per la fine di luglio a Poggio presso l’Accademia del Bello, in concomitanza con l’inaugurazione della relativa mostra documentaria curata dagli stessi autori.
Nel volume, di 300 pagine, sono riportati documenti inediti conservati nell’Archivio dell’Accademia del Bello che illustrano la storia e l’evoluzione dello straordinario progetto di valorizzazione dell’acqua di Poggio da parte dell’imprenditore portoferraiese Giuseppe Cacciò (1898-1986).
Corredano il volume lettere di ministri (1946 e 1947) della neonata Repubblica Italiana che esprimono il loro entusiasmo per la valorizzazione turistica dell’Elba voluta dal commendatore Cacciò, lettere degli architetti Gino Cancellotti (progettista nel 1947 dello stabilimento per imbottigliare l’acqua all’interno del parco del Palazzo della Fonte di Napoleone a Poggio) e Giuseppe Gullino (suo fu il progetto, nel 1950, dello stabilimento della Fonte di Napoleone tra Poggio e Marciana). E ancora altri importanti documenti come la missiva di Giuseppe Cacciò (28 giugno 1949) in cui chiede al Comune di Marciana che il paese di Poggio venga chiamato «POGGIO TERME», unitamente alla lettera (26 ottobre 1949) dello stesso commendatore all’onorevole Francesco Colitto, segretario alle Finanze, nella quale si domanda di poter avere in concessione per dieci anni, come arenile privato del Palazzo della Fonte di Napoleone, quella spiaggia dell’Isolotto poi ribattezzata «La Paolina» secondo il «revival» napoleonico fortemente voluto dal Cacciò.
Un libro, insomma, che testimonia l’importanza del paese di Poggio nella nascita del moderno turismo elbano, partito dall’antico lavatoio della Fonte di Napoleone; come gli autori scrivono nella premessa del volume, «con le nostre ricerche abbiamo voluto ripercorrere le vicende di quel piccolo lavatoio sperduto nel bosco, della sua acqua tanto cara a Napoleone Bonaparte e poi ancora a Pilade Del Buono, che dette un primo ed energico impulso alla sua valorizzazione; e infine a Giuseppe Cacciò, l’entusiasta e generoso imprenditore che dell’acqua della Fonte di Napoleone fece un motivo di vanto a livello internazionale».