Nel 1556, appena otto anni dopo lo sbarco delle prime galee con i fondatori di Cosmopoli, il duca Cosimo emana un editto. (Nella foto)
Il documento è molto noto ed è stato trascritto da Marisa Sardi (Cfr. pg 60-64 di “Gli statuti di Portoferraio sec XVI (Sec. XVI). 2017” editore Persephone) e da GM Battaglini (Cfr pg 323-324 di “Portoferraio Medicea” estratto da “Livorno: progetto e storia di una città tra il 1500 e il 1600’ Nistri-Lischi e Pacini Editori. Pisa 1980)
Il documento oltre che noto è anche interessante: per la prima volta il duca Cosimo, ufficialmente, usa il termine “Porto Ferraio” parlando della sua “Terra di Ferrajo“ nell’isola dell’Elba.
Le prime parole chiariscono subito perché è stato emanato l’editto:
“Desiderando lo Illustrissimo et Eccell.mo il Sig Duca di Fiorenza, Nostro Signore, per commodo et benefitio universale de’ Naviganti, frequentare d’habitatori la sua terra di Ferrajo nell’isola dell’Elba e con la frequentia et accrescimento d’huomini rendere più sicura la terra, il porto e quelli mari dalle continue incursioni dei Corsari.”
Detto questo, l’editto continua, chiarendo nei dettagli come il duca intende far ‘frequentare d’habitatori la sua terra di Ferrajo nell’isola dell’Elba‘.
“Perciò S.E.I. ha ordinato e insieme con i suoi magnifici consiglieri provisto e deliberato.
Che per virtù della presente provisione qualunque persona di qualsivoglia stato, grado, condizione, o provincia si sia, quale verrrà ad habitare e habiterà familiarmente la Terra di Ferrajo nella predetta Isola dell’Elba, sì intenda havere e habbi salvo condotto et facultà di venire e stare in essa Terra di Porto Ferraio e d’andare e venire e passare a suo beneplacito per tutta l’isola predetta e per tutto lo Stati di S.E.I. liberamente,sicuramente e senza alcuno impedimento della sua persona e delle sue robe e beni d’ogni sorte e haverà o acquisterà in detta terra non ostante qualsivoglia debito o obbligazione per la quale fusse tenuto ad alcuna persona, luogo, comune, collegio, compagnia o università ancor che ella fosse cessante o si dicesse essere cascata ne’ preiudicij de’ Cessanti.
E s’intenda havere et habbia salvo condotto franchigia e sicurtà per tutte le condemnazioni pecuniarie e con pene afflittive e di relegazioni e confini eccetto per la condemnazione di pena capitale e della Galea…”
Dopo l’elenco di tutta una serie dettagliata di privilegi ed esenzioni l’editto termina affermando che è valido per dieci anni:
“….Le quali tutte prenarrate esenzioni, immunità salvi condotti, et sicurtà e ciascheduna di esse rispettivamente compresa nella presente provisione S.A.R. vuole, che le durino per anni dieci prossimi futuri da hoggi eccetto il privilegio delle case del non potersi confiscare il quale essa vuole, che duri, et sia in perpetuo, et comanda, che sieno inviolabilmente osservati per chi si apparterrà, sotto la pena della sua indignazione.
Non ostantibus
F. Vintha”
L’editto, che porta la firma di Francesco Vintha, agente e segretario di Cosimo I de’ Medici, fa di Portoferraio un luogo particolare il quale, con termini moderni, potremmo definire zona franca.
Fu utile alla crescita della nuova città, come dimostra nel 1566 il primo censimento della nuova città dal titolo “Inventario di tutte le case della terra di porto ferraio: con li nomi delli habitatori di essa e numero di lor famiglia creato li 7 maggio 1566” e nel 1574 un altro, il secondo censimento, dal titolo “La nota delle case di Portoferraio“.
Non deve sfuggire che l’editto porta la data del 1556, otto anni dopo lo sbarco dei primi costruttori del sito da fortificare avvenuto nel 1548. In questi primi otto anni doveva non essersi insediata nella nuova Cosmopoli una popolazione pari a quanto sperava Cosimo, nonostante si fosse provveduto ad edificare edifici di quartieri, chiese e piazze.
Troppi forse i disagi ancora presenti per chi avesse voluto stanziarsi a vivere in Cosmopoli.
Dei benèfici effetti di questo editto parla Sebastiano Lambardi aggiungendo qualcosa in più e cioè che il duca Cosimo fece costruire a proprie spese alcune case da concedere gratis per benemerenza del servizio reso. Ne parla nel capitolo “Case di particolari” in questi termini: ”…Doppo fabbricati i suddetti edifizi di quartieri, e chiese di tutto il restante, desiderava il Principe, che la città si riempisse di abitatori, sicchè fece intendere nel suo stato, e anche fuori, che chiunque avesse voluto andare ad abitare in Porto Ferrajo gli sarebbe stato dato sito da fabbricare casa gratis e terra in campagna per coltivare o a livello o in vendita.
Di più ne fece egli fabbricare alcune a proprie spese, concedendole per benemerenza di servizio resoli, e in altra forma gratis, loro vita durante. Il sito da fabbricare volle che fosse in autorità dei Governatori pro tempore, di concederlo con proporzione a quelli che lo chiedevano e secondo il bisogno delle loro famiglie…”
(Cfr. pg 150 di “Memorie antiche e moderne dell’isola dell’Elba “S. Lambardi. Ristampa fotomeccanica. Forni editore. Bologna.1966)
Come ho accennato, questo editto è ben noto nella cronaca storica locale, molto meno lo è il fatto che, avendo validità per dieci anni, a partire dalla prima scadenza del 1566, esso, allo scadere di ogni decimo anno, è stato confermato e concesso alla comunità di Portoferraio.
La conferma dei privilegi ed esenzioni assegnati da Cosimo I alla comunità di Portoferraio è un capitolo di storia poco conosciuto ma importante non solo per i benefici concessi e continuamente reiterati ma anche perché tale concessione è stata confermata per un lungo periodo di tempo.
Dal 1556 la comunità di Portoferraio allo scadere di ogni decimo anno si rivolge al duca in carica per ottenere la “confirmazione dè privilegi“ e continuare pertanto a goderne i benefici.
La comunità di Portoferraio ottiene la conferma ogni volta attraverso un iter complesso che si dipana sempre allo stesso modo attraverso alcuni passaggi. L’iter parte sempre con un primo passaggio costituito da una supplica della comunità ferraiese a Sua Altezza Reale in cui richiede la grazia della conferma dei privilegi ed esenzioni. Fa seguito l’intervento del governatore di Portoferraio in carica pro tempore che richiede a S.A.R. la conferma. Dopo tale richiesta interviene l’Auditore delle Riformagioni in Firenze con un memoriale dove si afferma che è agli atti il documento di Cosimo I che concede i privilegi alla comunità di Portoferraio ,memoriale accompagnato da una relazione dell‘Auditore delle Riformagioni.
Dopo di che, infine, il granduca in carica conferma i privilegi.
Marcello Camici
Nella foto - “Privilegi et esenzioni concessi dall’Eccel. S. il Duca di Fiorenza et Siena, a quelli che habiteranno nella Sua terra e Porto Ferraio nell’isola dell’Elba“.
Statuti del comune di Firenze e dei comuni soggetti, 620-649, classe XII. Statuti del 1556 ed altri documenti. Archivio di stato di Firenze.