La più suggestiva piazza ferajese, quella lastricata di calcare e sospesa sopra i tetti del centro storico, incastonata tra le scalinate la De Laugier ed i Forti, la piazza dove non osano i fetenti SUV, piena di gente di ogni età, ha ricevuto dalle 21.30 alla mezzanotte di martedì ondate e frustate di energia in musica.
Bobo Rondelli e gli otto fenomenali musicisti dell’ “Orchestrino” (che di piccolo non hanno proprio niente) hanno regalato all’Elba un evento unico e memorabile, un concerto che resterà in evidenza nei ricordi di chi c’era.
Bobo Rondelli al solito e più del solito “esagerato” nell'essere l'autoironico "the famous local singer", dissacratore, ballerino, poeta, clown, rocker, virtuoso della voce, capace di far saltare i ragazzi (e non solo) nel sabba finale dell’ “Amerihano” e di quietare ed ammutolire la piazza rapita cantando la sua struggente “Bella Livorno” (Madame Sitrì), in un mix tra datati e nuovi pezzi e anche “cover” da 24.000 baci a “Guarda che luna”:
Pezzi spinti dal vento potente e corposo dei suoni degli “orchestrinali” che invadevano con maestria e nonchalance generi e ritmi diversi. E sulla cresta del cavallone di razza Bobo, che continua a proporre l’inno pacifista “I don't wanna grow up” – non voglio crescere mai – ma che invece è cresciuto, come artista, e non accenna minimamente ad invecchiare.
s.r.