Una prima teatrale terminata con gli applausi, la sera del 28 giugno a San Piero in Campo, per la pièce: “di Santi, Paesani e Principesse, Ovvero l'arte di freccicà”, opera di contaminazione tra diversi registri, comico e serio, con pantomime, effetti luce ed ombra, interpretata da attori non professionisti, alcuni dei quali provenienti da filodrammatiche, ed altri alla prima esperienza di recitazione.
Sotto lo sguardo azzurro della regista Francesca Ria, qui anche come attrice lei sì del mestiere, si è dipanato il copione, basato sui testi di Gabriella Bassani e di Isa Mari per le parti vernacolari.
Protagonisti sono stati i personaggi rappresentati negli affreschi della chiesa, che, disturbati dalle scatenate ed argute donnine del paese, da turisti casuali, archistar visionarie, muratori ingenui, insegnanti idealisti e genitori fuori di testa, sono letteralmente scesi dal muro scrostato che li teneva fermi da secoli per raccontare la propria storia e il loro ruolo nell'arte. E per arte intendiamo anche quella del freccicà, che appunto li evoca.
Un pubblico da grande occasione ha riempito il piazzale davanti a San Niccolò per seguire questa favola, messa in scena ora, dopo mesi di lavoro iniziato in pieno inverno, in occasione della festa patronale di San Pietro e Paolo.
Le difficoltà non sono state poche, poi risolte in un bel lieto fine, soprattutto grazie all'entusiasmo, alla passione disinteressata e alla coesione che si sono creati nel corso di questi mesi tra tutti i partecipanti.
Ci sono state discussioni e momenti di incertezza, come in tutte le compagnie teatrali che si rispettino e come pure Goldoni ci racconta, ma poi questi benedetti santi hanno prevalso su tutto e tutti, imponendosi e facendosi valere per dire la loro, come pareva a loro.
Tutto il gruppo di attori, grandi e piccoli, è stato sin da subito tenuto d'occhio da Anna Maria, fantasiosa costumista che, probabilmente, aveva già capito prima degli altri come potevano essere i costumi, soprattutto quelli dei bambini, che hanno saputo recitare ed eseguire una arabescata pantomima, per rappresentare i pittori impegnati a dipingere gli affreschi.
Emilia Pignatelli per la scenografia e Jacopo Paolini per gli effetti sonori originali sono immediatamente entrati in sintonia con grande professionalità e serietà.
La positiva accoglienza da parte del pubblico è stata la dimostrazione di come, con la cultura, si possa di sicuro passare una bella serata e di come gli esseri umani, che si muovono e parlano in teatro, siano più vivi e veri delle immagini virtuali viste su uno schermo, grande o piccolo che sia.
Per realizzare queste due ore di spettacolo sono occorsi molto impegno, sia fisico che mentale, una grande concentrazione e coesione di gruppo.
Certamente la creatività aiuta e può fare miracoli, ma c'è bisogno anche di un sostegno economico: alcune mancanze, soprattutto tecniche, sono dovute ad un budget ridotto, al quale si è sopperito con amore e fantasia, tanto per rimanere in un ambito di spettacolo.
Per questo a Isa Mari, Marzia Dini, Marianna Montauti, Alessandra Caldarera, David Manuguerra, Monica Fumagalli, Linda Gambini, Gianluca Spinetti, Monica Gentini, Francesca Ria ad a ogni tecnico e figurante, aiutante, amico, parente, convivente ed affine che abbia dato una mano (e sono stati numerosi e di buona volontà ) va un ulteriore applauso.
Di applausi tanti poi alle bambine e ai bambini, Guya, Giulia, Nadine, Salvatore, Anas, Rocco, Zakaria, veramente bravissimi!
E si ringraziano Chiara Paolini, Vicesindaco del Comune di Campo, a cui il progetto è piaciuto dall'inizio, l’amministrazione comunale per il supporto, l’A.P.S. San Piero, l’Associazione La Ginestra del Seccheto, il museo mineralogico MUM, la cantina Allori e la ditta Posini.
Circolo Culturale Le Macinelle
Foto di Alessandro Beneforti