È uscito da qualche giorno il nuovo libro di Giampiero Palmieri dal titolo “La cara memoria”, Persephone Edizioni, terzo volume della Collana Nuovi Mondi À Rebours, una collana che tratta argomenti controcorrente e che unisce fotografia di qualità a prosa o versi, progetti ibridi che inaugurano, a loro volta, nuovi generi letterari.
Un viaggio da Est, passando per il Centro e andando verso l’Ovest del territorio elbano, “con un salto anche a Pianosa” e “un caleidoscopio di storie, di persone passate dall’isola in vari momenti nel corso di quasi due secoli”.
La scrittrice Maria Gisella Catuogno che ha curato la prefazione al libro, si domanda, dopo aver citato la poesia di Ugo Foscolo, Dei Sepolcri, se l’Autore avesse chiaro il senso racchiuso in questa poesia o in altri simili versi come potrebbe essere L’elegia scritta in un cimitero campestre di Thomas Gray e così via citando altre opere, quando ha iniziato questo progetto. Fatto sta che La cara memoria parte da una prospettiva controcorrente, come ci continua a dire La Catuogno nelle sue profonde riflessioni: perché si racconta la vita dei personaggi, alcuni famosi e altri meno, partendo dalla loro morte, da quella linea di demarcazione tra vita e morte, sancita dalla lapide tombale, il punto d’incontro, ‘the gate’, la prova d’esistenza su cui si può appoggiare la memoria.
Venticinque racconti, dal Mausoleo Tonietti al Cavo, di Coppedè, storia di un peccato d’orgoglio al Cimitero Evangelico delle Perelle a Rio, e da quello di Rio Elba, al cimitero “marino” di Porto Azzurro dove è sepolta Patricia Brinton, cantante lirica americana. Nel 1954, in quello stesso cimitero, fu allestita la camera ardente per i corpi dei 15 passeggeri che fu possibile recuperare del volo Boac 781, inabissatosi al largo di Punta Calamita, l’Autore attraverso una minuziosa ricostruzione e consultazione di documenti ha rintracciato le perizie che determinarono la causa dell’incidente. Il cimitero dei Bianchi e dei Neri a Portoferraio dove sono sepolti Oreste del Buono e Giulio Caprilli. Oppure in quello di Pianosa dove nel settembre del ‘43 vennero uccisi cinque detenuti e dopo un mese l’eccidio di altri 14 uomini. E così via, in questo viaggio da Est ad Ovest sono molte le storie che Giampiero incontra e ci racconta con “dovizia di particolari”.
La ricostruzione delle vite di uomini e donne e delle vicende narrate ha seguito una certosina attenzione alle fonti, i fatti se non vengono ben fissati e documentati lasciano sì una traccia, ma diventa sfumata, si omettono o aggiungono cose. Dice l’Autore “ è cara la memoria, certo, soprattutto nel senso che costa, nella misura in cui costringe a sottoporre a verifica le cose che ci sembra di ricordarew e a selezionarle, facendo sempre i conti con se stessi, con i documenti e con la realtà e andando oltre la superficie e l’apparenza”.
Giampiero Palmieri è un fotografo e un ricercatore, è nato a Portoferraio nel 1954. Ha vissuto per molti anni a Modena, poi, nel 2020, è tornato nella città natale. Ha una moglie, un figlio, una figlia e quattro nipoti. Ha al suo attivo numerose mostre fotografiche, fra le quali Il viaggio di Paul Klee, Sulle tracce di Ligabue, Don Milani a Barbiana, La barca: Italo Bolano e Mario Luzi. Ha pubblicato saggi su riviste e volumi di storia e di fotografia, fra i quali Portoferraio. La scoperta di una città (2010), Cara figliuola (2013) e Mario Palmieri e l’Isola d’Elba (Persephone Edizioni, 2021).