La parrocchia di San Lorenzo de Marcina era una PLEBS, ovvero una pieve. Questo la rendeva il centro abitato religioso più importante di tutta l'Elba occidentale insieme a Sancto Ioannes in Campo, San Giovanni, del quale pure resta solo una chiesa senza tetto e una torre.
Il 10 agosto 1553, si verifica un evento tragico che segna per sempre la storia di San Lorenzo de Marcina. In quella notte, la chiesa più importante della vallata viene attaccata, e il suo borgo raso al suolo dalla flotta del temuto Dragut. La violenza di tale assalto porta alla morte di molti compaesani e al rapimento di altri, che vengono successivamente venduti come schiavi nei porti del Maghreb. A seguito di questa devastazione, pievano, vicepievano e altri otto parroci sono costretti a trasferirsi, trovando rifugio nelle comunità di Poggio e Marciana. Marciana Marina, al tempo non abitata, viene successivamente ripopolata grazie all'intervento dell'Ordine dei Cavalieri di Santo Stefano e di Cosimo de Medici. Ogni anno, alla stessa ora simbolica delle 15:53, le comunità ricordano San Lorenzo de Marcina e i suoi caduti.
Originario di Osca, in Spagna, San Lorenzo si trasferisce a Roma dopo aver completato i suoi studi a Saragozza sotto la guida del futuro Papa Sisto II. A Roma, divenuto Papa, Sisto II affida a Lorenzo il compito di arcidiacono, incaricato delle attività caritative della diocesi. Ma il destino di Lorenzo si incrocia tragicamente con un editto dell'imperatore Valeriano, che nel 258 d.C. ordina l'uccisione di tutti i vescovi, presbiteri e diaconi. Il 6 agosto, Papa Sisto II viene ucciso mentre celebra l'eucaristia. Quattro giorni dopo, il 10 agosto, tocca a Lorenzo, all'età di soli 33 anni. Secondo la tradizione sarebbe stato ammazzato cotto vivo alla griglia.
Questi due episodi, separati da un millennio, ci ricordano l'importanza del 10 agosto e il sacrificio di coloro che hanno sofferto in nome della loro fede e della loro comunità, e come la memoria storica non sia un vezzo, ma una risposta psicanalitica alla domanda su chi siamo.
Angelo Mazzei
Foto InfoElba