Caro direttore,
ieri, in occasione del 78° anniversario dello scoppio della bomba atomica a Nagasaki (9 agosto 1945), ho letto su Il Tirreno il ricordo di Fred Olivi, uno dei piloti dell'aereo che sganciò la bomba.
Leggiamo della sua delusione e del grande senso di frustrazione provati per non essere stato scelto per la prima missione e di come, durante i festeggiamenti per il successo del bombardamento di Hiroshima, apprese la "grande notizia" della sua partenza per la seconda missione in Giappone.
Fred Olivi afferma anche che gli uomini degli equipaggi sapevano quello che facevano.
Sempre ieri, sul quotidiano Avvenire viene ricordato Franz Jägerstätter, ucciso due anni prima (9 agosto 1943) a Brandeburgo, in esecuzione della condanna a morte per aver rifiutato la chiamata alle armi. Aveva 36 anni, sposato e padre di tre figlie, proclamato beato dalla Chiesa e considerato martire della fede. In nome della prudenza, in molti cercarono di dissuaderlo da questa scelta, tra questi anche il parroco e il vescovo. Ma lui riteneva contro Dio e l'umanità il regime nazionalsocialista e la guerra in corso. La sua coscienza, permeata da convinzioni evangeliche, non poteva essere tradita, come rivelano le seguenti parole: "Né il carcere né le catene e neppure la morte possono separare un uomo dall’amore di Dio e rubargli la sua libera volontà. La potenza di Dio è invincibile … C’è sempre chi tenta di opprimerti la coscienza ricordandoti la sposa e i figli ... Si può allora anche mentire perché abbiamo moglie e figli e per di più giustificarsi attraverso un giuramento? Cristo stesso non ha forse detto: 'Chi ama la moglie, la madre i figli più di me non è degno di me'? Per quale motivo preghiamo Dio e i sette doni dello Spirito santo, se dobbiamo comunque prestare in ogni caso cieca obbedienza? A che pro’ Dio ha fornito agli uomini un intelletto e una libera volontà se non ci è neppure concesso, come alcuni dicono, di giudicare se questa guerra che la Germania sta conducendo sia giusta o ingiusta? A cosa serve allora saper distinguere tra bene e male?".
Le vicende di Fred e Franz pongono interrogativi sulla libertà e sulla responsabilità personale. Di fronte alle scelte abbiamo sempre la possibilità di dire sì o no. Non ci si può giustificare scaricando su altri la responsabilità, come per esempio tentarono di fare i capi nazisti al processo di Norimberga ("Io non sono responsabile, ho solo obbedito a ordini superiori").
Adesso più che mai è necessario affermare il valore della coscienza e la sua formazione. La coscienza non è il capriccio del momento ma, come ci viene ricordato, citando papa Francesco, "è lo spazio interiore dell’ascolto della verità, del bene, dell’ascolto di Dio; è il luogo interiore della mia relazione con Lui, che parla al mio cuore e mi aiuta a discernere, a comprendere la strada che devo percorrere, e una volta presa la decisione, ad andare avanti, a rimanere fedele".
Con queste parole desidero anche ricordare e sostenere Yurii Sheliazhenko, dirigente del movimento pacifista ucraino, attualemente posto agli arresti domiciliari in attesa del processo a causa del suo impegno contro la guerra, e tutti gli obiettori di coscienza perseguitati nel mondo.
Nunzio Marotti