Sicuramente una delle migliori performance dei Ravanatera, da quando sette anni fa hanno salpato le ancore per navigare il mare della musica e della cultura popolare isolana, arrangiando mirabilmente i semplici brani, fino a farli diventare a tratti raffinate armonie.
Certamente una delle più emozionanti "prove di gruppo", quella scaturita in Piazza del Cantone a Marciana, davanti ad un pubblico conquistato, partecipe e trascinato.
Perché c'era anche un "additivo emotivo" della serata offerta dal Bistrò, perché i suoni, le melodie, le filastrocche, riprendevano vita a pochi passi la Via del Giardino, la stessa dove aveva zampettato da bambina Rosina Lupi - classe 1914 - che da anziana, frugando in una memoria prodigiosa, aveva ricordato, cantato e ricantato per ore, pazientemente, davanti ad un registratore, divertendosi si, ma ignara di divenire una delle principali fonti conoscitive del (vasto) patrimonio etnomusicologico elbano (e dell'Elba occidentale in particolare).
La circolarità del tempo e della musica, ha riportato (ad oltre un secolo di distanza) quelle parole quegli scherzi cantati, quello storie struggenti, a rimbalzare sulle stesse lastre di granito per toccare l'animo, divertire, far battere le mani.
Un recensore che volesse farsi rispettare dovrebbe a questo punto citare uno per uno i bravi musicisti, magari sottolineandone le singole prestazioni.
Preferiamo non farlo: i Ravanatera sono una realtà artistica cementata e consolidata, per molti versi un "unicum", una delle rare espressioni di originalità musicale prodotte dall'Elba.
Ravanatera (a cui pure le istituzioni farebbero bene a porre mggior attenzione) è già quasi un "brand" è una macchina del tempo, da mantenere ben oliata, non solo per continuare a "ravanare" alla ricerca di preziosi frammenti di autentica cultura, ma anche per la continuazione della trasmissione di un ragionar cantando, divertendosi e commuovendosi, di cui anche gli isolani del futuro si possano fregiare.
Bravi Tutti, veramente bravi
ER
Foto di Angelo Mazzei